Termovalorizzatore, oggi il voto alla Camera. Conte all’attacco del “nì” della Schlein
Il “nì” di Elly Schlein al termovalorizzatore di Roma trova comprensione nei giornali fiancheggiatori – Repubblica e Stampa in primis – ma non in Giuseppe Conte. Anzi, il capo politico dei 5Stelle sta dando fondo a tutta la grinta demagogica di cui dispone per sottolineare l’imbarazzo della leader dem sull’argomento. Lo ha fatto ieri davanti agli ambientalisti assiepati all’esterno di Montecitorio (c’era anche Virginia Raggi) ed è pronto a farlo oggi all’interno della Camera quando l’aula dovrà votare gli odg presentati da M5S e Avs. Chiaro l’obiettivo: fare del termovalorizzatore uno stress-test da cui far emergere le difficoltà della Schlein per poi stelirizzarne la concorrenza elettorale sul voto ecologista.
Da Conte e Verdi manovra a tenaglia sul Pd
Non a caso gli odg puntano alla revoca dei poteri commissariali affidati al sindaco (Pd) Roberto Gualtieri. E poco importa a Conte se tra i dem più critici verso tale iniziativa ci sia Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato e grande sostenitore dell’abbraccio con i grillini. Due giorni fa fu proprio lui il primo a scorgere negli odg presentati alla Camera da 5Stelle e Rosso-Verdi l’abbozzo di una manovra a tenaglia ai danni del Pd sul tema dell’ambiente. «Che c’entra il termovalorizzatore di Roma con il Pnrr?», aveva polemicamente chiesto.
Leader dem in affanno
«E che c’entrava, al tempo del governo Draghi, lo stesso termovalorizzatore con il decreto-aiuti che costrinse il M5S ad uscire dalla maggioranza?», ha controreplicato ieri Conte. Un riferimento “storico” che consente all’ex-premier di rivendicare coerenza. La stessa che manca ai dem. Infatti, accusa: «È il Pd a dover spiegare perché ha improvvisamente cambiato idea». Un crescendo che autorizza a ritenere che Conte non mollerà tanto facilmente la presa. Il problema, semmai, è della Schlein, che dovrà vedersela con Gualtieri e con l’ala riformista del proprio partito, rimasta sinora silente, ma non per questo riluttante a sfruttare le indecisioni e gli imbarazzi della leader.