Terrorismo, preso 18enne siriano sbarcato a Messina: jihadista. L’affondo di Piantedosi
Il diciottenne siriano era sbarcato a Messina. Un pattugliatore della Guardia di Finanza l’aveva soccorso in mare a largo delle coste siciliane ed era giunto al molo insieme ad altri 222 stranieri. Ora è accusato di essere vicino ai terroristi di matrice jihadista. La Polizia ha eseguito, nei suoi confronti, un fermo emesso dalla Procura distrettuale. L’accusa è pesante: partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo. Il giovane era già collocato presso il Cpr di Pian del Lago (CL), poiché indiziato di aver combattuto tra le fila di Jabhat al Nusra. Nel suo telefono, chat con contenuti che aveva cancellato e che sono stati recuperati. Dal materiale è emersa la sua militanza terroristica e il suo ruolo.
Siriano sbarcato a Messina, l’affondo di Piantedosi
Una vicenda significativa, come ha rilevato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. «È rassicurante», ha detto, «la professionalità e la competenza degli operatori della Polizia di Stato. Questa operazione conferma la capacità di svolgere una capillare attività di controllo anche in un momento di particolare pressione migratoria sulle nostre coste. Questo episodio dovrebbe indurre a una maggiore riflessione da parte di chi sottovaluta gli effetti di una immigrazione che si vorrebbe senza controlli e le sue ripercussioni in termini di sicurezza».
La sera dell’11 marzo e i controlli sui migranti
Proprio la professionalità degli uomini in divisa ha permesso di smascherare il giovane siriano sbarcato a Messina. La vicenda ha preso il via in occasione dei controlli di sicurezza sui migranti che arrivano sulle coste italiane, la sera dell’11 marzo scorso l’attenzione dei poliziotti si è focalizzata sul diciottenne. Le sue delle dichiarazioni erano contraddittorie.