Trento, il Tar sospende l’abbattimento dell’orsa Jj4 come già fatto in precedenza. Fugatti: animalisti da salotto
Il Tar di Trento ha sospeso, di nuovo, l’abbattimento dell’orsa Jj4 con un decreto in cui si è pronunciato sul ricorso delle associazioni Lav e Lac presentato contro l’ordinanza del presidente della Provincia autonoma di Trento, Michele Fugatti, che aveva disposto l’abbattimento dell’orsa.
La questione sarà, a questo punto, affrontata in una Camera di Consiglio prevista per l’11 maggio prossimo.
Esultano le associazioni ambientaliste e i molti animalisti italiani. Che rimarcano come l’orsa, che avrebbe ucciso il runner trentino Andrea Papi, di 26 anni, aggredito nei boschi sopra Caldes lo scorso 5 aprile, aveva il radiocollare con le pile scariche. Insomma il sistema per monitorare lo spostamento dell’orsa Jj4 non era funzionante.
L’orsa nata in Trentino 17 anni fa da due esemplari provenienti dalla Slovenia, Joze e Jurka, rilasciati tra il 2000 e il 2001, nell’ambito del progetto Life Ursus.
Il 22 giugno del 2020, Jj4 aveva aggredito due persone, padre e figlio, sul monte Peller.
La Giunta provinciale di Trento ne aveva chiesto l’abbattimento. L’ordinanza di cattura venne annullata dal Tar.
“Il radiocollare di Jj4 è scarico, ma in ogni caso è uno strumento efficiente per monitorare gli spostamenti, non per la gestione”, sostiene Fabio Angeli, direttore del distretto forestale di Malè, in Trentino.
“Quando funziona, la trasmissione del radiocollare arriva con ritardo di 5-6 minuti solo se c’è copertura telefonica. Purtroppo questo versante del monte è privo di copertura“, ha ammesso Angeli, assicurando che si sta facendo il possibile per catturare l’esemplare “nel più breve tempo possibile”.
“Ad oggi, gli orsi considerati problematici in Trentino sono la femmina JJ4 e due maschi, MJ5 e M62“, elenca l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ricostruendo la storia dei tre esemplari ricordando quanto previsto dal Pacobace, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali.
“Il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali, che contiene una tabella di riferimento con i comportamenti problematici degli orsi, ordinati secondo un indice di pericolosità e con le possibili azioni, chiarisce che ‘Per definire un orso ‘problematico’ è importante conoscere la storia del soggetto e tener conto dei suoi eventuali precedenti comportamenti anomali; il grado di problematicità aumenta quando ci sia una ripetizione di comportamenti potenzialmente pericolosi da parte dello stesso individuo. La valutazione dei comportamenti va condotta caso per caso, tenendo conto non solo della chiave interpretativa circa il grado di problematicità fornita dalla tabella‘”.
Nel caso dell’orsa JJ4, nata nel 2006, è risultata, dalle analisi genetiche condotte, la responsabile dell’attacco mortale sul Monte Peller dello scorso 5 aprile – ricostruisce Ispra. – Già in passato, tra il 2020 e il 2022, era stata responsabile di tre eventi, non mortali. La provincia di Trento ha emanato in data 8 aprile 2023 un’ordinanza per l’intervento di rimozione dell’orso, con espresso richiamo alle competenze in materia di incolumità e sicurezza pubblica, che Ispra ha ritenuto coerente con le indicazioni del Pacobace“.
Gli altri due orsi ritenuti “problematici” sono MJ5 e M62.
Per ciò che riguarda MJ5, “questo esemplare si è reso responsabile di un attacco lo scorso 5 marzo a un cittadino di Rabbi, Comune in provincia di Trento. Ispra ha espresso parere in data 11 aprile 2023 ritenendo che la misura della rimozione proposta dalla provincia di Trento fosse coerente con il Pacobace“.
“M62 è un maschio di orso nato nel 2018” e “dal maggio 2021 all’aprile 2022 l’esemplare ha mostrato comportamenti particolarmente confidenti per i quali sono risultati adottabili le misure previste dal Pacobace, anche energiche”, spiega l’istituto.
Il 13 aprile scorso è arrivata all’Ispra “la richiesta di valutazione da parte della Provincia di Trento“. E “l’Istituto sta quindi conducendo un’attenta analisi tecnico-scientifica, tenendo conto di quanto previsto dal Pacobace“.
In definitiva l’Ispra sta decidendo quale azione adottare secondo quanto prevede la tabella: dall’intensificazione del monitoraggio, nel caso di orso radiocollarato, fino alla misura più estrema, la K, l’abbattimento.
”Gli orsi pericolosi o problematici vanno abbattuti. Al momento in Trentino ne abbiamo tre. Non servirebbe a nulla spostarli, se sono pericolosi qui lo sono anche altrove”, dice, in un’intervista a ‘Il Giornale‘, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. L’orsa Jj4, prosegue Fugatti, ”va abbattuta, la stiamo cercando. Sui vari canali social gli ambientalisti da salotto, quelli che conoscono la montagna solo perché la hanno vista sui giornali, ci dicono: ‘Non abbattetela, ho un posto dove portarla‘. Non si preoccupino, noi abbiamo una cinquantina di orsi da spostare. Noi intanto abbattiamo quelli pericolosi, gli altri glieli diamo”.
”Pensano che l’orso sia come Yoghi – continua. – Lo è da piccolo e fino a quando non ha certi atteggiamenti, cioè quando inizia a mettere a rischio la vita delle persone. Gli scienziati dicono che l’orso non aggredisce l’uomo, ma in Trentino è già successo sei o sette volte. Fino ad arrivare alla morte di Papi. La realtà è diversa da quello che raccontano ambientalisti e animalisti”.
”Noi abbiamo una legge provinciale che prevede che il presidente possa intervenire con una ordinanza, per esempio nel caso di un orso pericoloso. – sottolinea – Quando nel 2020 Jj4 attaccò due persone io feci un’ordinanza, ma gli ambientalisti fecero ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato”.
E sul progetto di ripopolamento Life Ursus aggiunge: ”Quegli orsi in teoria dovevano spostarsi dal Trentino. Invece sono rimasti tutti qui… Dovevano essere 50 e invece sono 100. Questa situazione per noi è insostenibile. La parte eccedente di orsi rispetto al progetto originario deve essere spostata in altre realtà. Altrimenti il progetto fallirà per eccessivi rischi per la popolazione”.
“Altro che ‘l’occhio per occhio, dente per dente‘, la vendetta con fucilazione a vista immaginata dal presidente Fugatti – dice Michela Vittoria Brambilla, presidente della Leidaa e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’Ambiente. – Il giudice amministrativo conferma quanto abbiamo detto da subito: l’abbattimento dell’orsa JJ4 non è necessario e il trasferimento è possibile, purché senza rischi per la sicurezza e senza oneri per la Provincia di Trento. Vanno rispettate le regole e le procedure, tanto più che – rileva il giudice – l’amministrazione stessa si è ‘prudenzialmente autolimitata’ chiedendo il parere dell’Ispra. A questo punto la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente parteciperà al giudizio con un nuovo ricorso, per salvare la vita di orsi colpevoli solo di aver fatto gli orsi“.
“E’ molto importante – aggiunge la parlamentare – che il magistrato abbia richiesto sia alla Provincia che all’Ispra una relazione completa sui fatti che hanno portato al parere ‘per le vie brevi’ e quindi all’emissione dell’ordinanza. Non sono ancora del tutto chiare, infatti, le circostanze in cui è avvenuta la tragedia e in particolare se nella zona fossero o meno presenti i cuccioli di JJ4. Ora – conclude la parlamentare – c’è l’opportunità di lavorare ad una soluzione pienamente soddisfacente e non cruenta, anche Fugatti se ne faccia una ragione”.
Nel 2014 l’orsa Daniza, portata nei boschi del Trentino 14 anni prima, nell’ambito di un progetto di ripopolazione dell’area, aveva ferito un raccoglitore di funghi: venne catturata narcotizzandola, assieme ad uno dei suoi piccoli, morì, forse per un problema cardiaco causato dal narcotico, durante le fasi di cattura. E ci fui un vespaio di polemiche. Con la richiesta di dimissioni dell’allora presidente della Provincia, Enrico Rossi.