Zanda sgonfia la fuffa di Schlein: “Il Pd non può parlare solo di diritti”
Quali sono le soluzioni di Elly Schlein per i «grandi problemi nazionali»? Fra i molti che se lo chiedono c’è anche un nome autorevole del Pd: Luigi Zanda, fondatore del partito ed ex capogruppo al Senato. «Diamole tempo, naturalmente. Però Schlein deve ancora mostrare la sua visione del partito, dell’Italia», ha spiegato Zanda, sottolineando che «servono soluzioni per i grandi problemi nazionali, che sono naturalmente l’economia, lo sviluppo, la sicurezza, il mezzogiorno, la cultura, l’immigrazione, la politica estera. Tutte grandi questioni sulle quali finora abbiamo ascoltato l’enunciazione del problema, ma non le soluzioni».
Zanda difende la forma partito contro il rischio di diventare movimento
Zanda, intervistato da La Stampa, ha anche messo in guardia dalle sirene dei sondaggi: quelli, ha avvertito, tradizionalmente danno «sempre» un riscontro positivo «quando cambia il segretario». Poi però servono i contenuti, e anche un contenitore in grado non solo di veicolarli, ma anche di trasformarli in azione politica. «Penso che sia molto importante difendere la natura di partito politico del Pd», ha detto Zanda, che considera «molto rischiosa la tentazione di scivolare verso una “forma movimento”». «I partiti – ha proseguito – elaborano pensiero e sono fatti di organizzazione». Invece, «i movimenti sono organizzazioni molto superficiali come pensiero, il dibattito è molto scarso, si preferisce il consenso acritico nei confronti del leader», ha sottolineato Zanda, di fatto tracciando l’identikit di quello che oggi il Pd di Schlein.
Non bastano gli slogan
Una inconsistenza che si rintraccia facilmente nelle battaglie bandiera che Schlein ha portato avanti fin qui. Zanda non lo dice apertamente, ma lo fa capire con una certa nettezza. Tema migranti: «È giunto il momento di elaborare una posizione complessiva, molto articolata. […] Dobbiamo accogliere i migranti e integrarli. Ma come? In che misura? Con quali mezzi?». Tema guerra in Ucraina: «Il problema fondamentale è quello che pone Schlein: la pace. Ma serve un passo avanti, la politica estera è diventata centrale nella vita politica e comporta decisioni molto complesse: che pace? La pace di Zelensky o quella di Putin?». Tema famiglie arcobaleno: «Il rapporto col mondo cattolico sui temi dei diritti è stato sempre delicato, l’abbiamo risolto bene sul divorzio, l’aborto, le unioni civili. Lo faremo anche stavolta», ha detto fiducioso Zanda.
I mal di pancia per la nuova segreteria
Epperò l’ex senatore ha anche sottolineato che «se Schlein considera il Pd un partito leaderistico allora la segreteria conta poco. Viceversa, se la segreteria deve essere l’organo esecutivo, allora ha ragione Cuperlo. Sono state chiamate personalità che non vengono dalla società civile, ma da altre formazioni politiche molto minoritarie rispetto al Pd. La logica di questa scelta mi sfugge. Mi dispiacerebbe molto se fosse quella di “occupare” il partito, il mio giudizio diventerebbe molto negativo».