Al Bano a cuore aperto su vita, amori e carriera. E sul dramma della figlia Ylenia rivela: so cos’è successo quella notte
Alla soglia degli 80 anni (che compirà il prossimo 20 maggio) Al Bano ripercorre in un’intervista a cuore aperto rilasciata al Corriere della sera, i momenti salienti della sua vita. Le svolte della sua carriera. Le gioie e i dolori provati a pelle nuda in otto decenni vissuti intensamente. Così, azzerando il gossip e sgomberando il campo da facili deduzioni e false dicerie, rivela tutta la verità sulla sua lunga storia d’amore con Romina Power che ha incantato prima, e deluso all’atto della separazione (sia matrimoniale che artistica) un Paese intero affascinato dalla mitica coppia.
Al Bano a cuore aperto in un’intervista su vita, carriera e amore
Un amore, il loro, messo a dura prova dalla scomparsa della figlia Ylenia, su cui Al Bano confessa le convinzioni maturate in anni di indagini e ricerche e le sensazioni più crude provate nell’immediatezza degli eventi. «Con Romina non è finita per Ylenia, so cosa è successo a mia figlia», dichiara al quotidiano di Via Solferino. E poco dopo confessa anche di aver «pensato al suicidio». Ma le due storie non sono collegate. «Da tempo lo sguardo di Romina non era più quello», racconta il cantante ribadendo la sua verità sulla fine del suo matrimonio. Un epilogo che, se cronologicamente è andato in qualche modo a coincidere con la tragica fine della primogenita, Al Bano non lega necessariamente a quella vicenda.
Al Bano, Romina e il dramma della primogenita Ylenia
Tanto che spiega: «Ylenia era una ragazza straordinaria. Studiava al King’s College di Londra. Parlava inglese, spagnolo, francese, portoghese… Ci accompagnò negli Usa, a girare un docufilm, l’America perduta. Andammo da Los Angeles a New Orleans. E lì fece l’incontro fatale. Con gli artisti di strada. Ricordo un nero, si chiamava Masakela. Una sera la compagnia andò al cinema, ma io rimasi con Ylenia perché avevo notato qualcosa di strano. A un tratto cominciò a correre, e io dietro… Lei gridava “fermate quell’uomo vuole farmi del male”. E quell’uomo ero io. Gridavo “lasciatemi, è un problema di droga”… Mi seminò, la ritrovai il mattino alle 8. A sua madre disse che aveva rischiato la vita sulle acque del Mississippi»…
La notte della scomparsa della figlia
Un racconto doloroso, quello dell’artista, che fa riemergere tutto il dolore di un padre. E che prosegue: «Poi andammo a Venice a trovare la zia di Romina, Anne, la sorella di Tyrone Power: una pittrice di animo gentile. Sembrava tornata la pace. Al ritorno Ylenia mi dice: papà, ho deciso di scrivere un libro, e per farlo devo andare in Belize, la patria degli homeless. Dissi: va bene, ma prima ti devi laureare, manca poco… Invece andò in Belize, visse in una capanna, un uomo la minacciò, lei si salvò prendendo in braccio un bambino. Così tornò a New Orleans. Diceva che non voleva frequentare gente di plastica». Poi però, nella notte del Capodanno 1994 scomparve. Ed è da quella notte che il corso della vita di Al Bano cambia, per sempre.
«Ho ricostruito quei momenti ora per ora»
Una notte, e i giorni seguenti, che Al Bano vive ancora come un ferita che continua a sanguinare. «Ho ricostruito quella notte ora per ora. Ho parlato con i testimoni. Ho incontrato Masakela, che era stato pure in galera, ma negava di avere colpe. Ho interrogato l’ultima persona che l’ha vista: il guardiano del porto. Era seduta in riva al fiume, lui la avvisò: “Non puoi stare qui”. Ma Ylenia non se ne andava. Il guardiano insistette, allora lei gli disse “io appartengo alle acque”, e si tuffò nel fiume, nuotando a farfalla. Lì capii che il guardiano stava raccontando la verità, perché Ylenia diceva quella frase da bambina prima di tuffarsi, e nuotava a farfalla… Ma il Mississippi non perdona. Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così».
Al Bano: «Ho pensato al suicidio»
«Non è che credo, io so che Dio esiste – confessa Al Bano al termine della sua drammatica ricostruzione della tragica fine della figlia –. L’ho sentito molte volte. Così come ho sentito il diavolo. Dopo la scomparsa di Ylenia e la separazione con Romina, sono stato da solo per nove anni. Il dolore era terribile. Pensavo che Dio mi avesse abbandonato. E con il dolore cresceva una voce che diceva: “Al Bano eliminati. Al Bano falla finita”. Ho pensato al suicidio, ma poi ho capito che era la voce del demonio. E ho sentito anche la presenza di Dio. Ho provato una pace profonda. Mi sono detto: chi sei tu per giudicare Dio? Ricordati che anche Lui ha perso un figlio».
Al Bano e la politica: «Ho creduto in Berlusconi. Ora trovo interessante la Meloni»
Un racconto pregno di dolore, ma anche di speranza, quello di Al Bano al Corriere che, dagli esordi della sua carriera. Dalla famiglia e Cellino San Marco ai palcoscenici internazionali. Passando per matrimonio e figli, ricostruisce una vita intensa, intrisa di dolore, ma solennizzata da tanto amore. E tra un capitolo e l’altro, ricordi e rimpianti – «provai a menare D’Agostino davanti ai Ricchi e Poveri», rivela il cantante. Poi dice: «Dovevo suonare con Michael Jackson, ma lui morì prima» – svela anche la sua inclinazione politica: un passato a sinistra – «ai tempi di Berlinguer votavo comunista» – ora totalmente superato. Di più: «Ho sempre scelto la persona. Ho creduto in Berlusconi: hanno tentato di ostacolarlo in tutti i modi», ammette prima. Poi conclude: «Ora trovo interessante la Meloni».