Calenda apprezza il “metodo Meloni” sulle riforme: «Ha fatto una cosa positiva, va detto»
«Il governo ha fatto una cosa positiva, va detto anche dall’opposizione. Si è presentato non dicendo “io ho questa idea”, ma dicendo “ditemi le vostre idee”. Vediamo se riusciamo a trovare una cosa in comune». Lo ha dichiarato Carlo Calenda ad Agorà RaiTre. «Non so se sarà la volta buona per fare le riforme. Ma ho apprezzato però che Meloni non sia venuta con una proposta preconfezionata. Penso che andranno avanti con le riforme, ma se escluderanno le opposizioni farebbero un grandissimo errore, se cambi le regole dire “le faccio da sola” forse non era il caso».
Calenda: disponibili a lavorare col governo
«Noi siamo disponibili a lavorare con il governo sulle riforme se lo fa in modo serio. E abbiamo promosso una discussione su sanità e salario minimo con le opposizioni. Per noi, il capo dello Stato deve restare una figura super partes. È importante che resti così, Mattarella in questi anni è stato un riferimento di tutti, di destra e sinistra».
«La Boschi? Vero, siamo partiti separati»
«Boschi dice che la mia proposta impegna Azione e non Italia Viva? È vero», ha affermato Calenda. «Siamo due partiti separati. Ho dovuto prendere atto che non c’era la volontà di fare un partito unico. Penso che se ti confronti con la maggioranza stando all’opposizione tanto più ti devi confrontare con le opposizioni, sennò tanto vale che entri in maggioranza. Sulle riforme ti devi confrontare con tutti, io sentirò le opposizioni».
Iv: se Calenda ha cambiato idea…
Arriva la risposta di Italia Viva. «Noi non faremo nessun coordinamento con il M5S. Se Azione vuole questo, faccia pure», ha scritto su Twitter Raffaella Paita. «Noi siamo fedeli alla linea di chi ha votato per il Terzo Polo: elezione diretta del premier e superamento del bicameralismo. Se Calenda ha cambiato idea anche su questo è un problema suo. Più che il rischio di una nostra entrata in maggioranza temo con queste uscite quello di un avvicinamento tra Conte e Calenda o Calenda e Schlein. Prospettiva poco dignitosa per i riformisti».