Colosimo: “Sono scomoda, ho scoperto lo scandalo delle mascherine e ora la sinistra si vendica”
“Un onore indescrivibile”. È il primo pensiero di Chiara Colosimo dopo l’elezione a presidente della commissione Antimafia. Proprio nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci. “A Giovanni e a tutti i martiri della lotta antimafia dobbiamo il solenne impegno a combattere la solitudine degli uomini e delle donne di giustizia”.
Colosimo guida l’antimafia: “Un onore indescrivibile”
Trentasei anni, deputata di Fratelli d’Italia e già consigliera regionale del Lazio, Colosimo inizia la sua militanza politica tra le file di Azione Giovani. Esperta di sanità, attenta alle tematiche sociali, un curriculum specchiato. Malgrado la narrazione delle opposizioni su presunte frequentazioni pericolose con l’ex Nar Luigi Ciavardini, smentite categoricamente dall’interessata. Che ha ben chiare le vere motivazioni: una vendetta per aver sollevato lo scandalo delle mascherine in Regione Lazio e aver ficcato il naso negli affari della sinistra e del Pd.
Il processo mediatico per “l’amicizia” con Ciavardini
Il processo mediatico parte da un servizio dell’immancabile Report, sempre a caccia di piste nere, subito cavalcato da Pd, 5Stelle e sinistra per smontare la candidatura alla presidenza dell’Antimafia. Corpo del ‘reato’ una foto. Un po’ poco, dice perfino un giornalista non propriamente vicino alla destra come Goffredo Buccini del Corriere. “La candidatura della parlamentare di FdI è sta fortemente voluta dal suo partito e sostenuta da tutto il centrodestra compatto. Mentre l’opposizione ha scelto la strada dello scontro frontale uscendo dall’aula di San Macuto al momento delle votazioni.
“Hanno buoni motivi per avercela con me”
“Diciamo che hanno qualche motivo per avercela con me”, spiega Colosimo intervistata da Libero. “È indubbio che in questi anni mi sia fatta molti nemici intorno. La vicenda più nota è il rifornimento di mascherine di Zingaretti. Era il marzo 2020. Mi accorsi di tre determine affidate ad una piccola società. A capo alla stessa società risultavano due revoche per inaffidabilità dovute alla mancata consegna dei dispositivi”, spiega nel dettaglio la parlamentare di Fratelli d’Italia. Ostinata ad andare fino in fondo “A questa società venne dato un anticipo di 14 milioni di euro. Feci una prima interrogazione parlamentare chiedendo conto di quei milioni, a fronte di una fornitura mai arrivata. Il presidente Zingaretti rispose che si trattava di fake news e decise di rinnovare i contratti revocati alle due determine”.
Lo scandalo delle mascherine e di Allumiere
Notizie false? Non proprio. “Tu la prima volta puoi anche essere truffato, ma poi, se a quella stessa azienda gli rinnovi il contratto c’è l’omesso controllo”. Altro che schiaffo alla commissione antimafia e all’Italia, come tuona l’opposizione a partire dal dem Walter Verini. La verità è che Chiara è una ficcanaso è una rompiscatole per il Pd. Ma non c’è solo la vicenda delle mascherine. “Mi ero anche accorta che Allumiere, un piccolo comune dei monti della Tolfa, assunse in un concorso, invece che cinque persone, centosette. Casualmente i promossi erano legati a due partiti: Pd e M5s. E ovviamente ne chiesi conto”.
Foto con Ciavardini? “Era una visita a Rebibbia”
Sulla narrazione dei suoi rapporti con l’ex terrorista, invece, ha già spiegato tutto. “Ho semplicemente espletato, nelle mie funzioni di consigliere regionale quello che mi era concesso. Come da dettato costitutivo – ribadisce a Libero – esistono delle associazioni che si occupano della parte rieducativa della pena. E del reinserimento dei detenuti nel mondo lavorativo. In quell’ambito conobbi Luigi Ciavardini che aveva un’associazione gestita da sua moglie. Che si occupava di tutte le attività ludico ricreative all’interno di Rebibbia. Ci tengo a specificare che la Regione, alle associazioni, compresa Gruppo Idee che faceva capo a Ciavardini, finanziava questo tipo di iniziative”. La neopresidente dell’Antimafia, infine, è pronta a incontrare i parenti delle vittime di mafia. “Nella mia vita parlano i fatti e le battaglie che fin qui ho condotto”, scrive sui social. “Con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui. Questa è casa loro, possono venire quando vogliono e indicare le priorità”.