Comunali, Elly Schlein già traballa. Belpietro: “I vecchi Pd aspettano sulla sponda del fiume”

30 Mag 2023 10:09 - di Federica Parbuoni
elly Schlein

Francesco Boccia, intervistato dal Corriere della Sera, tenta una difesa: “Vorrei ricordare che Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segretaria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse”. Insomma, secondo il capogruppo dem al Senato, la debacle alle Comunali non sarebbe attribuibile a un “effetto Schlein” al contrario. Epperò, nelle file Pd serpeggia un malcontento che investe direttamente la segretaria.

De Micheli: “Fuori da palazzi, redazioni, centri radical chic non esistiamo”

Benché Boccia l’abbia liquidata dicendo che “non ne farei un caso”, la vicenda di Vicenza – dove l’unico sindaco eletto dal Pd, Giacomo Possamai, in campagna elettorale ha esplicitamente detto che non voleva Schlein in città – è la cartina di tornasole di come davvero la nuova segreteria sia avvertita nel mondo reale. Ancora il Corriere, in un articolo che dà conto dello “psicodramma al Nazareno”, cita una frase che Paola De Micheli avrebbe detto a una “compagna di partito” non meglio identificata: “Il risultato era prevedibile. Fuori dai palazzi, dalle redazioni dei giornali e dai centri storici radical chic noi non esistiamo. Ma ti pare che uno come Possamai avrebbe potuto dire a Elly di non venire a Vicenza a fare comizi con lui se non fosse stato più che necessario?”.

Elly Schlein sulla graticola

È lo spaccato che Il Foglio sintetizza parlando di “Poca armocromia, molto monocolore”, sottolineando poi che “la sinistra vince con i candidati più lontani da Schlein. Una situazione che ben si presta alle recriminazioni di quanti nel partito avvertono da tempo sull’eccessivo spostamento a sinistra – e si direbbe su un certo tipo di sinistra – imposto dalla segretaria. “Se non vuoi essere più un partito di centrosinistra, il centro se lo prende Meloni”, avrebbe avvertito una voce dell’area riformista citata dal Domani.

Belpietro: “La vecchia guardia Pd aspetta sulla sponda del fiume la batosta alle europee”

Maurizio Belpeitro nel suo editoriale di oggi su La Verità avverte che nel Pd “ora scatta la guerra interna”, sottolineando che “al Nazareno e nelle retrovie del partito, la vecchia guardia, anche se un po’ nei guai per la vicenda dell’alluvione in Emilia-Romagna, è seduta sulla sponda del fiume in attesa di vedere il cadavere della segretaria – in senso politico, ovvio – passare”. “Fin dal giorno dell’elezione – scrive ancora il direttore – le hanno dato un anno di tempo, con un primo step alle elezioni amministrative e un secondo alle europee. Walter Veltroni in fondo gettò la spugna dopo due sconfitte consecutive. Dunque, ragionano i vecchi del partito, se Schlein dopo quella di ieri prende un’altra batosta, il congresso si avvicina. E come sapete, il Pd, come prima i Ds e il Pds, passa più tempo in assemblea che a governare. Il caso Emilia-Romagna insegna: mentre l’acqua alta saliva, a Bologna facevano i convegni sul cambiamento climatico”.

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