Covid, fine dell’incubo: la messa torna alla normalità. La Cei: riti pre-pandemia e stop a liturgie sul web
Covid, l’incubo è davvero finito. E se a dimostralo non bastassero report e dichiarazioni ufficiali dell’Oms. La cronaca sanitaria e i riscontri dal mondo, in queste ore arriva anche il via libera definitivo della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) perché le celebrazioni tornino alle modalità pre-pandemia. Una sollecitazione che la Presidenza del Consiglio episcopale italiano ha messo nero su bianco in una lettera indirizzata ai vescovi, in cui si legge: «Accogliendo le comunicazioni dell’Oms, segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria».
Covid, l’incubo è finito. La Cei esorta: «Le celebrazioni tornino alle modalità pre-pandemia»
E ancora. «Resta salva la possibilità per i vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione. O l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi». Non solo. Secondo Presidenza Cei sarebbe «altresì opportuno che cessino o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming». Mentre, specifica la presidenza Cei nella missiva, «le attività presso strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali, seguiranno le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono».
La lettera della presidenza Cei ai vescovi: indicazioni e modalità del ritorno alla normalità
Ribadendo nel dettaglio, oltre che indicazioni e modalità di adempimento, anche che «il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condividendo l’indicazione dell’apposito Comitato tecnico, ha annunciato lo scorso 5 maggio che il Covid-19 non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale». E ricordando tra le righe: «È stato un tempo difficile – prosegue la lettera ai vescovi –. In cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica».
«Modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria»
E ancora. «Esprimiamo sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che, con dedizione e mettendo a rischio la propria vita, si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid-19. E per tutti coloro che, in qualsiasi maniera, hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi: amministrazioni pubbliche. Forze dell’ordine e di vigilanza. Personale della scuola. Lavoratori impegnati nelle attività primarie. Operatori della comunicazione. Imprenditori. Operatori pastorali, e quanti si sono prodigati per la sicurezza degli ambienti della Chiesa, e tanti semplici cittadini».
Il ricordo e la gratitudine per le centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero
«Vogliamo ricordare – conclude quindi la lettera – le tante persone che hanno perso la vita. Tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero. Come ha suggerito Papa Francesco con insistenza, anche per loro dobbiamo con responsabilità e determinazione affrontare le tante sfide. Nella consapevolezza che siamo sulla stessa fragile barca»…