Covid, la richiesta di archiviare Conte e Speranza fa infuriare i parenti delle vittime: “È un tradimento”
Non è giustizia ma un tradimento. La richiesta della procura di Brescia di archiviare l’indagine nei confronti di Conte e Speranza (indagati per la gestione della prima ondata di pandemia) non va giù ai familiari delle vittime del covid.
Speranza e Conte, i familiari delle vittime del covid: è un tradimento
“Questa non è giustizia, con questa richiesta è stata tradita per l’ennesima volta la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio”. È il commento lapidario dei parenti dei morti per covid riuniti nell’associazione #Sereniesempreuniti. Tanta la rabbia per la richiesta dei giudici di archiviare tutta l’inchiesta.
“Le responsabilità delle morti sono accertate”
“Ricordiamo che la procura di Bergamo, partendo anche dai nostri esposti, ha lavorato 3 anni a questa maxi indagine. Che coinvolge politici e funzionari a tutti i livelli”, prosegue la reazione dei familiari delle vittime. “Le responsabilità accertate che hanno causato le morti dei nostri cari sono inconfutabili. Anche noi, con i nostri legali, da tre anni ci battiamo per fare memoria e per ottenere la verità”.
Ora dovrà esprimersi il Tribunale dei ministri
Ma la questione non è chiusa. Ora toccherà al Tribunale dei ministri esprimersi. “Confidiamo nella presa di coscienza di quanto accaduto. Perché il Covid19 non è stato uno tsunami come ci vogliono far credere. Molte morti si sarebbero dovute evitare e qualcuno è responsabile di ciò”, si legge nel comunicato. Il team dei legali (avvocati Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini, Alessandro Pedone) attendono ora la decisione del Tribunale dei ministri.
L’avvocato Locati: vogliamo capire il perché della richiesta di archiviazione
E “di capire le motivazioni della richiesta avanzata dalla procura di Brescia”, spiega l’avvocata Locati. “Soprattutto a fronte delle evidenze documentali contestualizzate in un’indagine di tre anni espletata in modo approfondito e coraggioso dalla procura di Bergamo. Come figlia di una vittima personalmente sento questa richiesta poco rispettosa, sotto il profilo squisitamente umano, della memoria delle vittime. E dei familiari sopravvissuti che chiedono che la verità emerga all’esito di un procedimento in contraddittorio. Come prevede peraltro un ordinamento democratico”.