De Laurentiis, bordate a sinistra: “Melandri disastrosa, confido in Meloni e tifo per il presidenzialismo”

12 Mag 2023 15:16 - di Lucio Meo

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli campione d’Italia, in una lunga intervista a Repubblica spazia da temi prettamente calcistici, come la conquista dello scudetto appena festeggiata, a quelli cinematografici, industriali e politici. La sua proposta è “rivoluzionaria” per il mondo del calcio: parla di campionati per club mondiali ed europei, a due fasce, campionati estivi, stadi da adattare a eventi di tutti i tipi, anche comunioni e battesimo. “Il campionato d’estate sarebbe una rivoluzione del costume. Ma già adesso i tornei partono ad agosto, alcuni anche a luglio. E il tempo atmosferico si sta spostando, valutiamo anche questo”, spiega al direttore del quotidiano, Maurizio Molinari, che poi gli chiede della politica. E Aurelio De Laurentiis gli parla del passato, di quella ministra, donna come la Meloni, ma in grado di fare disastri sia nel calcio che nel settore che conosce meglio, il cinema. “Melandri ha fatto dei guai inimmaginabili”, dice il presidente del Napoli.

De Laurentiis attacca la Melandri e confida nella Meloni

L’attacco alla legge Melandri, che nel 2008 fu varata dal governo D’Alema, con vincoli strettissimi sui diritti televisivi delle squadre di calcio, è pesantissimo, così come all’ex ministra fino a ieri a capo del Museo Maxxi di Roma e artefice, anche nel settore del cinema, di autentici disastri. “Mi dispiace perché proprio lei, che ha studiato credo negli Stati Uniti, non ha avuto contezza del sogno americano trasferendolo nel sogno italiano. Nel cinema ci ha massacrato. Il nostro penultimo ministro Franceschini ci ha dato la dignità dotandoci di un fondo estremamente importante per rilanciare l’audiovisivo italiano. Melandri lo aveva ucciso. Nel calcio ha fatto una legge che strozza: per questo grandi società come Inter, Juventus, Milan, Roma non ce la fanno con i bilanci. Chiedo alla premier Giorgia Meloni, poiché ci sono 28 milioni di elettori appassionati di calcio, di sedersi con noi cinque minuti e di liberalizzare il modello per poter ottenere un fatturato che renda tutti felici e competitivi, senza debiti. Perché dobbiamo venire dopo Inghilterra, Spagna e forse Germania? È ridicolo. Non solo: queste leggi restrittive hanno prestato il fianco a chi ci voleva derubare, abbiamo delle cause in corso contro chi ci amministrava malissimo. Per colpa di cosa? Della legge Melandri. C’è sempre chi ci inzuppa il biscotto: ti dice che una cosa non è permessa dalle norme e poi la va a fare lui stesso sottobanco”.

Le lodi a Draghi e alla Meloni

La politica sta sempre a cuore al presidente del Napoli, che non si tira indietro. “Io sono sempre stato un grande estimatore di Draghi, mi ha chiamato per complimentarsi per lo scudetto. Gli ho detto che avremmo bisogno di unificare la sua figura come economista — perché io sono dell’idea che non si può fare politica senza fare economia — e la caparbietà, la capacità, la passionalità di una politica che dà tanti anni sta sulla scena e ha fatto la gavetta come Giorgia Meloni. ‘Voi due insieme sareste imbattibili’. Però bisognerebbe cambiare la nostra Costituzione fondando una repubblica di tipo presidenziale”. E il futuro? “Ai miei figli ripeto: cercate di non fare mai le cose per avere altro in cambio, non vi aspettate nemmeno un grazie, siete voi che dovete ringraziare gli altri… Tutti pensano che io sia molto serioso. Ma io ho fatto divertire tutti gli italiani con le mie commedie. Sono uno impegnato, rispettoso della regolarità e della legalità. Ma poi sono un grandissimo casinaro. A vent’anni ero irriducibilmente tosto, mio padre invece era un dolcissimo diplomatico…”.

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