Fazzolari: «L’unica pace possibile è scritta nel piano di Kiev. A sinistra troppi “figli dei fiori”»
“L’unico piano di pace oggi è quello dell’Ucraina”. Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, presente all’incontro tra il premier Meloni e il presidente ucraino Zelensky, intervistato dal Corriere della Sera fa il punto dello stato del conflitto scatenato dalla Russia. E spiega ancora una volta la posizione netta di Palazzo Chigi a sostegno di Kiev, l’unica possibile a dispetto della narrazione dei ‘paficisti’ di casa nostra.
Ucraina, Fazzolari: a sinistra troppi distinguo
A sinistra – osserva Fazzolari – soprattutto fuori dal Parlamento stanno emergendo tanti distinguo. “Non vorrei ci fosse una spregiudicatezza di calcolo. Siccome il governo è schierato con l’Ucraina, mettersi dall’altra parte è una posizione facilmente antagonista…”. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio la posizione ferma di Zelensky di fronte alla non soluzione di una resa incondizionata, sottoscritta dal premier Meloni, è un punto fermo. Cosa dovrebbero fare di fronte all’escalation di Mosca? “L’Ucraina firma nel ‘92 un accordo in cui cede le sue testate atomiche alla Russia in cambio dell’inviolabilità dei propri confini. Ma nel 2014 Putin invade alcuni territori. E solo grazie alla strenua resistenza ucraina non ne occupa una parte maggiore. Nel 2022 l’attacco in larga scala. Loro dicono: se deponiamo le armi, tra un anno ci invadono di nuovo. D’altronde Putin ha dichiarato che vuole tornare ai confini storici della Russia. Che dovrebbero fare gli ucraini? Arrendersi? Cedere parte o tutto il territorio? Dai pacifisti la risposta ipocritamente non viene data”.
Non c’è una soluzione alternativa al piano di Kiev
Ed è questo il punto cruciale, che i ‘pacifisti’ si ostinano a ignorare, non c’è una via d’uscita alternativa al piano ucraino. “Tutti quelli che chiedono “pace” – incalza Fazzolari – dovrebbero spiegare cosa si sta suggerendo di fare in alternativa a difendersi. Ci sono territori che sono stati invasi, dove si uccidono civili, si deportano bambini. Invocare oggi il cessate il fuoco vuol dire lasciarli alla mercé della violenza di Putin. Il cessate il fuoco è quello che chiede oggi la propaganda russa. E che ripetono i putiniani di casa nostra travestiti da improbabili figli dei fiori. Ma l’unica strada per una pace giusta è il ritiro delle truppe di invasione russe dal territorio ucraino”.
Fornire armamenti non ci costa soldi
Fazzolari smonta anche la narrazione della sinistra sui costi eccessivi degli aiuti militari inviati da Roma. “Questione pretestuosa: stiamo fornendo riserve di armamenti che non utilizziamo e che andrebbero comunque sostituiti negli anni. Non ci costa soldi”, dice confermando il sì dell’Italia a un veloce ingresso dell’Ucraina nella Ue. “Nella Nato sarebbe garanzia di tutela dell’integrità ucraina ma è una questione che vogliamo affrontare insieme ai nostri alleati”.
Questa guerra ci riguarda da vicino
Gli equilibri in campo sono tanti e l’esito del conflitto riguarda strettamente il futuro dell’Europa. Fazzolari mette in guardia dal rischio che le opinioni pubbliche occidentali inizino a pensare che non è una guerra nostra, complice la propaganda russa. “Questa guerra, invece, ci riguarda molto più di quanto crediamo. Abbiamo molto da perdere se la legge del più forte si dovesse imporre sul diritto internazionale. Per questo in Ucraina è in gioco anche la nostra sicurezza”.