Festa scudetto a Napoli, il giallo del 26enne ucciso. Il prefetto: slegato dai festeggiamenti. Si sospetta un agguato
Festa scudetto a Napoli: fumogeni rossi e azzurri, lo sventolio di bandiere e l’incessante suono delle trombe accompagnano i cori cantati da una città intera. Ma i canti e i balli a tutto volume nelle strade del centro antico di Napoli non coprono i rumori degli spari. E ora, il giorno dopo il tripudio di gioia esploso dopo 33 anni, e che ha coronato il sogno di una città intera – il primo realizzato dopo quelli dell’era del “Diez” Diego Armando Maradona (1987 e 1990) – resta da chiarire la dinamica del ferimento di quattro persone a colpi di arma da fuoco. Persone colpite nella notte dei festeggiamenti.
Sangue sulla festa dello scudetto a Napoli: un morto e tre feriti
Uno dei feriti, Vincenzo Costanzo di 26 anni, già noto alle forze dell’ordine, è morto all’Ospedale Cardarelli dove era stato trasportato, per la gravità delle ferite riportate. Poco dopo, altre tre persone sono state medicate all’Ospedale Vecchio Pellegrini e nella Clinica Villa Betania per colpi di arma da fuoco. Si tratta di una donna di Portici di 25 anni, dimessa con 10 giorni di prognosi. Di un 23enne, sempre del quartiere Ponticelli, ferito al gluteo destro e dimesso con 15 giorni di prognosi. E di un 20enne, anche lui del quartiere Ponticelli, ferito in maniera non grave e dimesso. L’ipotesi più accreditata è che siano stati tutti feriti nello stesso luogo: Piazza Volturno, dove è stato colpito anche il 26enne poi deceduto.
Il giallo della morte del 26enne, il punto sulle indagini
Si chiamava Vincenzo Costanzo il 26enne deceduto, e viveva a Ponticelli. Il suo nome era già noto alle forze dell’ordine. Non solo. Dopo la notizia del decesso, persone ritenute vicine alla vittima (parenti, amici), hanno danneggiato il pronto soccorso del Cardarelli. Il caso si tinge subito di giallo. Innanzitutto perché nella stessa piazza dove è stato colpito Costanzo, sono rimaste ferite altre tre persone. Sulle prime, però, non è chiaro se si tratti di colpi di pistola esplosi a caso durante i festeggiamenti o se invece si tratti di un raid mirato. Oggi però, nel “day after”, intervenendo sulla vicenda dai microfoni di SkyTg24, il prefetto di Napoli Claudio Palomba prova a fare chiarezza. E dichiara: l’episodio del 26enne ferito a colpi d’arma da fuoco e morto nella notte è «assolutamente slegato, non connesso ai festeggiamenti per lo scudetto del Napoli».
Il prefetto di Napoli: «La morte del ragazzo slegata dai festeggiamenti per lo scudetto»
Non solo. Sulla vicenda dei danneggiamenti al pronto soccorso del Cardarelli, quando alcune persone vicine al 26enne ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte a Napoli, hanno dato sfogo a rabbia e dolore infierendo sugli spazi del nosocomio dove il giovane era stato trasportato – e dove poi è deceduto – carabinieri e prefetto aggiungono un altro particolare al vaglio delle indagini. Un dato secondo cui Vincenzo Costanzo, residente nel quartiere di Ponticelli, sarebbe ritenuto vicino al clan camorristico D’Amico, attivo nella zona orientale della città.
Giallo alla festa dello scudetto, potrebbe trattarsi di “un agguato”: la vittima ritenuta vicina a un clan camorristico
Anche per questo, nelle indagini in corso sull’omicidio del 26enne volte alla ricostruzione dell’accaduto, gli inquirenti non solo non escludono che si sia trattato di un agguato, non legato ai festeggiamenti per lo scudetto del Napoli. Ma, piuttosto, di un’azione omicidiaria messa in atto approfittando del momento di festa. Le indagini, comunque, sono solo all’inizio, e gli inquirenti vogliono vederci chiaro. Specie sulla posizione degli altri tre feriti: un 24enne e un 20enne del quartiere Ponticelli (come la vittima). E una 25enne di Portici. Tutti raggiunti da colpi di arma da fuoco e tutti colpiti nello stesso luogo. Poi medicati in ospedale. E in seguito dimessi.