Fiocchi (FdI): dobbiamo prevenire il dissesto idrogeologico e non limitarci a trovare rimedi dopo le calamità
“L’esame del dossier sul Meccanismo Unionale di Protezione Civile (UCPM), che ho seguito come eurodeputato e relatore ombra a Bruxelles, ha fatto emergere non solo la drammaticità del fenomeno del dissesto idrogeologico, sconosciuto alla maggior parte dei Paesi Europei, ma anche la pesante incidenza dei danni e la perdita di vite umane. Pertanto sottolineo la necessità di spingere sulla prevenzione piuttosto che solo sui rimedi post calamità”. Così in una nota l’eurodeputato di Fratelli d’Italia-Ecr Pietro Fiocchi, componente della commissione Ambiente del Parlamento europeo.
“Come ben sappiamo il dissesto idrogeologico è causato da fenomeni naturali come le piogge torrenziali che creano frane ed alluvioni ma anche da fattori antropici, come lo sfruttamento irrazionale delle risorse naturali, la mancanza di manutenzione delle opere idrauliche, degli argini, dei letti di fiumi e torrenti. Ne vediamo in questi giorni le conseguenze drammatiche sui territori, alle persone con danni ambientali, economici e sociali. Per affrontare questo problema-conclude Fiocchi- è necessario non solo intervenire con opere specifiche di mitigazione del rischio, ma anche di monitorare costantemente lo stato del territorio e le sue dinamiche. Il monitoraggio si pone come strumento fondamentale per conoscere le condizioni di vulnerabilità e di pericolosità, valutando anche l’efficacia delle opere realizzate e pianificando azioni ed interventi futuri. Per queste ragioni rilevo la necessità di destinare risorse adeguate e stabili nel tempo al monitoraggio del dissesto idrogeologico a livello locale, nazionale ed europeo”.
Un auspicio che si unisce alle parole di Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna. Antolini osserva, in una intervista all’Agi, che “i maggiori problemi sono nella Pianura Padana, che è tutta densamente abitata. Le abitazioni e le aree industriali sono quasi tutte attraversate dai percorsi dei fiumi e dei torrenti. È una pianura bonificata, per cui il rischio di alluvione da Bologna a Riccione è reale. Vediamo come si evolverà la situazione, in questo momento quello che si sta facendo è non trasformare la catastrofe in tragedia e si può sicuramente notare come la Protezione Civile stia lavorando con efficienza”. “Non è un problema – aggiunge Antolini – che si può risolvere da un giorno all’altro, né in qualche anno. Serve molto di più in un territorio così urbanizzato. Con abitazioni e centri industriali che ricoprono quasi tutta la pianura, i margini di intervento sono ridotti e anche delicati”.