Foti: “La linea di FdI non la dettano i giornali. Sulla fiamma deciderà la base, non certo Repubblica”
Fratelli d’Italia non ha nessuna intenzione di togliere dal proprio simbolo la fiamma tricolore, che terrà anche alle prossime elezioni europee. Il responsabile organizzazione Donzelli ha negato che la possibilità sia sul tavolo della trattativa per l’accordo elettorale con il Ppe. Lo ribadisce Tommaso Foti, forte e chiaro. “Sulla fiamma di Fratelli d’Italia decide la base, non certo Repubblica. Uno può scrivere quello che vuole, ci mancherebbe. E la fantasia si può anche mettere in un articolo, ovviamente. Poi però non penso che i partiti, con tutto il rispetto per chi scrive gli editoriali, si facciano condizionare da questi ultimi; o dal pensiero di chi, dalle colonne di un quotidiano, ritiene di dover indicare una linea politica”. Di una fantomatica “trattativa tra FdI e il Ppe, aveva scritto domenica il quotidiano di Molinari.
Foti: “Fiamma? Polemica vecchia e ‘ribollita'”
A un anno esatto dalle prossime elezioni europee, c’è chi ha interesse a riperticare strumentalmente la polemica sulla fiamma tricolore. Interviene sul tema il capogruppo di FdI alla Camera: “Questo discorso mi lascia stupito: perché se in una fase Fdi aveva assunto il simbolo di An, che aveva anche la fiamma con la scritta Msi, adesso invece ha solo la fiamma senza base. Quindi – aggiunge – mi pare un ragionamento surreale. In generale questa è una polemica vecchia ribollita, quando non si sa che cosa tirar fuori, si tira fuori la fiamma”. Così si esprime in una intervista al quotidiano ‘Il Giornale’.
Foti: “La linea al partito non la detta Repubblica“
L’incapacità di trovare argomenti credibili contro il partito del premier conduce verso sentieri triti e ritriti. O “ribolliti”, come indica Foti. Il terrore che alle prossime europee si possano modificare equilibri “sinistrocentrici” è evidente. “Sono talmente poche le argomentazioni che hanno per dire che Fdi non è una destra democratica e conservatrice, che si continua a tornare su quel punto”. Foti chiarisce la questione. “Penso che un chiarimento sia dovuto e necessario: nei partiti i simboli e le linee politiche non le decidono gli editoriali; soprattutto se di quotidiani schierati dalla parte opposta. Lo ribadisco: mi dispiace per la sinistra. Ma se dovessimo decidere di fare un congresso, una piattaforma, e quindi anche decidere di cambiare simbolo, sarà una scelta che faranno i militanti, gli iscritti, i delegati al congresso. Non certo il direttore di Repubblica”, ribadisce Foti.
“La politica passa per i luoghi, non per i loghi”
E ancora. La politica è una cosa seria. “Non penso che la politica internazionale passi per i loghi. Penso che passi per i luoghi”, spiega Foti. Che sono cosa differente, e i luoghi si chiamano Occidente, si chiamano Nato, hanno il nome di tutte quelle partecipazioni che vedono un’Europa coesa, compreso il fronte anti-Putin. Penso che questi siano i luoghi della politica».