Foti: vi spiego perché riformare è una priorità. I paletti del Pd? Solo ideologia

13 Mag 2023 10:00 - di Bianca Conte
Foti

Il governo ha iniziato le consultazioni con i partiti di opposizione per avviare un percorso condiviso di riforme costituzionali. Un percorso la cui «stella polare» – ribadisce oggi in un’intervista a La Stampa Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – è il consenso popolare. Un punto fermo, per l’esecutivo in carica, che motiva la priorità del tema in agenda, che il Pd ha tentato di mettere in discussione. E di cui invece l’esponente di FdI spiega al quotidiano torinese il motivo consistente. La riforma è «assolutamente» prioritaria. «Ed è anche una grande riforma economica, perché la stabilità politica è il primo indice a cui guardano gli investitori internazionali». Del resto, spiega a stretto giro Foti, «se sono quarant’anni che si prova a modificare la Costituzione, dalla commissione Bozzi in giù. E fino al Renzi del 2016, ci sarà pure un motivo. È una priorità, altroché».

Foti: vi spiego perché riformare è una «priorità»

Un dialogo si è aperto, dunque, anche se però si sono visti subito i paletti. «Io penso che sulla diagnosi in fondo siamo tutti d’accordo. Ci si divide sulla cura. Voglio dire: probabilmente alcune culture politiche non cercano di comprendere quale sia effettivamente la necessità nazionale, e antepongono agli interessi nazionali un certo nostalgismo ideologico di sapore radicale». Tre parole chiave – nostalgismo ideologico radicale – quelle evocate dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – che vanno a centrare nel mirino il dialogo che il Pd ha messo in discussione evocando lo spettro indefinito di forme di cesarismo e altre amenità di questo tenore, a cui l’intervistato replica con nettezza: «Poiché spero di sbagliarmi, mi auguro, quando ci sarà una proposta, che tutti cercheranno di collaborare e che quella proposta possa diventare un patrimonio condiviso».

«Anche il premierato è una forma di presidenzialismo»

Poi nel merito aggiunge: «Per quanto riguarda non solo la destra, ma il centrodestra che l’ha messo nel programma, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica è un obiettivo. Dopodiché, anche il premierato è una forma di presidenzialismo. Perché, alla fine, il presidenzialismo non è solo dare nuovi poteri a Tizio o a Caio, ma farlo tramite consenso popolare, per elezioni diretta. Per noi, il consenso popolare è la stella polare. Quindi, il premierato, è effettivamente un’ipotesi sulla quale mi auguro molte forze politiche possano convenire». Aggiungendo in calce: «Se la paura è per l’uomo o la donna forte al comando, interroghiamoci su quel che accade nei territori con i sindaci, allora. Qui no, lì sì? Politicamente e istituzionalmente parlando, è una tesi inconsistente», conclude Foti. Una stilettata sferrata in punta di fioretto ai dirimpettai nell’Aula di Montecitorio…

Foti, la stoccata al Pd e alla segretaria Schlein

La seconda stoccata, invece, arriva sul finale dell’intervista. Quando il giornalista chiede a Foti una risposta in merito al fatto che la segretaria del Pd ritiene che la vera priorità sia la legge elettorale. Anche in questo caso, allora, la replica è tranchant. «La segretaria Schlein ha una ben strana idea delle priorità. Di norma, le leggi elettorali seguono le riforme costituzionali, non le precedono. Il tema è totalmente prematuro». E all’obiezione mossa dal quotidiano che lo intervista relativa al fatto che, «in verità abbiamo visto negli anni un carosello di leggi elettorali a Costituzione invariata», Foti non lascia margini a dubbi o pseudo-certezze acquisite. E conclude: «Perché si è cercato di trovare nelle formule il superamento delle divergenze politiche. Ma questo è un esperimento che difficilmente si realizza».

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