Giorgia Meloni al G7 solleva il caso Tunisia. E spinge per la richiesta dell’Unione Africana
Giorgia Meloni ha posto agli altri leader del G7 la questione dell’Unione Africana. È un tema che necessita di una risposta a breve termine. La premier l’ha fatto nel corso della sessione sul “Sud globale” del summit a Hiroshima. «Approfitto per una proposta», ha detto il presidente del Consiglio agli altri big. «Molti di noi si sono già espressi a favore della richiesta dell’Unione Africana di aderire al G20. L’Italia sicuramente sì. Penso che sarebbe un bel segnale esprimere il nostro sostegno anche in occasione di questo vertice».
Meloni al G7: la Tunisia vive una situazione difficile
Un altro capitolo importante, per Giorgia Meloni al G7, è quello della Tunisia. Un Paese, ha detto a chiare lettere, «La Tunisia», ha detto a chiare lettere, «che vive in una situazione difficilissima. Ha una fragilità politica evidente e un rischio di default finanziario dietro l’angolo. Abbiamo una trattativa fra il FMI e la Tunisia di fatto bloccata. C’è una certa rigidità del FMI di fronte al fatto che non si sono ottenute dal Presidente Saied tutte le garanzie che sarebbero necessarie. È comprensibile da un lato, ma dall’altro siamo sicuri che questa rigidità sia la strada migliore? Se questo Governo va a casa noi abbiamo presente quali possano essere le alternative? Credo che l’approccio debba essere pragmatico, perché altrimenti noi rischiamo di peggiorare situazioni che sono già compromesse».
«Il ruolo del mare è strategico»
Poi il premier ha posto con forza il tema dell’importanza del ruolo del mare. «Questo è un tema che dobbiamo attenzionare con grande intelligenza, che dobbiamo gestire e che dobbiamo affrontare in maniera strategica e coesa. Il mare ha un importante ruolo sul piano economico: più dell’80% del commercio internazionale viaggia sul mare. Ognuno di noi si affaccia sul mondo grazie a grandi sistemi portuali. Ma non si tratta solo di economia». Il mare, infatti, «è parte della nostra cultura, della nostra visione del mondo. Le nostre democrazie sono nate e cresciute come Nazioni marittime. La scoperta e l’apertura di nuove rotte marittime hanno sempre portato con sé grandi mutamenti storici e sociali». Oggi «siamo anche di fronte al rischio che il cambiamento climatico», ha proseguito. «Potrebbe aprire nuovi passaggi finora impraticabili, nel nordest e nel nordovest. Passaggi, soprattutto quello del nordest, che rischiano di essere controllati da altre potenze».