Guerre stellari, la Cina punta a civili e militari sulla Luna. Usa: vogliono militarizzare lo Spazio
Venti di guerre stellari coinvolgono le super-potenze di Cina e Usa. Il gigante asiatico punta sulla Luna e annuncia che prevede di portare in orbita un proprio equipaggio, con una missione spaziale entro il 2030. E dallo Space Command americano replicano furiosi e vanno all’attacco: «Vogliono militarizzare lo Spazio. Siamo pronti a tutto, sia con Pechino che con Mosca. Le minacce cinesi e russe non ci lasciano alternative».
Venti di guerra nello Spazio tra Cina e Usa
La nuova “corsa verso la Luna” – in parallelo ai progetti già annunciati dalla Nasa con la missione Artemis II – è stata annunciata nelle scorse ore dalla China Manned Space Agency (Cmsa). E con una conferenza stampa in cui il vicedirettore Lin Xiqiang ha comunicato l’avvio degli studi per l’atterraggio sul nostro pianeta. L’obiettivo della missione è quello di condurre una esplorazione scientifica e i relativi esperimenti tecnologici. Le prossime fasi di lavoro prevedono – ha aggiunto Lin – il perfezionamento di tecnologie: come il viaggio di andata e ritorno con equipaggio. La permanenza a breve termine sulla superficie lunare. L’esplorazione congiunta uomo-robot. I compiti di campionamento.
La Cina punta a portare in orbita civili e militari
A tal scopo, la Cmsa sta già conducendo vari incarichi e attivando diverse funzioni in vista di questa missione. Dallo sviluppo del vettore Long March-10, a quello di una navicella con equipaggio di nuova generazione; di un lander lunare e di tute, nonché la costruzione e il collaudo di un nuovo sito di lancio, con relative strutture e attrezzature. Notizie che si rincorrono per ore, e che si affastellano su quelle relative ai progetti americani nello Spazio, lanciate dalla Nasa quasi in contemporanea, che ha annunciato la missione Artemis che approderà sulla Luna nel 2024, nella migliore delle ipotesi – o forse nel 2025 – e che coinvolge anche privati come Musk e Bezos e l’Agenzia spaziale europea con l’Asi in prima linea.
Gli Usa all’attacco sul “pericolo” cinese nello Spazio
L’avanscoperta cinese in orbita in contemporanea con i progetti della Nasa e, soprattutto, il fatto che Pechino – recuperando terreno su Stati Uniti, Russia e Europa – abbia messo a punto una strategia di comunicazioni satellitari quantistiche, ultrarapide e soprattutto impossibili da intercettare, rappresentano una sfida che gli Usa prendono sul serio.
La strategia cinese sulle comunicazioni satellitari “inintercettabili”
Da un lato perché in questo momento la Cina sembra non avere rivali: riuscendo anche a mettere a segno missioni fallite da altri. Dall’altro perché, come sottolinea Il Messaggero in queste ore con un argomentato servizio sul tema, sul fronte delle comunicazioni satellitari Pechino ha messo in rete un goal «formidabile sia in campo civile (pensiamo ad esempio al flusso di contrattazioni automatiche nelle borse affidato ad algoritmi e satelliti in un sistema in cui frazioni di secondo tra l’ordine di comprare o vendere valgono milioni di dollari) sia in campo militare. Un’arma determinante se ci sarà bisogno di impartire comandi a satelliti o astronavi a grandi distanza dalla Terra».
«Pronti a tutto contro Cina e Russia»
Per questo, Washington in allarme, ha tuonato, dicendosi pronta anche a «un conflitto nello Spazio, grazie al fatto di aver sviluppato tecnologie anti-satellite per contrastare le minacce poste da Paesi «provocatori» come Russia e Cina». E attraverso le dichiarazioni del generale di brigata Jesse Morehouse dell’US Space Command – il ramo dell’esercito americano responsabile delle operazioni spaziali – ha fatto sapere che «gli Stati Uniti d’America sono pronti a combattere stanotte nello Spazio se necessario», ha detto Morehouse ai giornalisti in un briefing presso l’ambasciata americana a Londra.
Lo Space Command americano: «Le minacce cinesi e russe non ci lasciano alternative»
Assicurando che – come riferisce il quotidiano capitolino – «se qualcuno dovesse minacciare gli Stati Uniti d’America, o uno qualsiasi dei nostri interessi, compresi quelli dei nostri alleati e partner con i quali abbiamo trattati di mutuo sostegno alla difesa, siamo pronti a combattere questa notte». Aggiustando il tiro a stretto giro e concludendo: «Non perché vogliamo combattere stanotte, ma perché è il modo migliore per scoraggiare il conflitto». E precisando che, pertanto, lo farebbero «senza impegnarsi in test irresponsabili».