In Grecia trionfa la destra di Mitsotakis. Dura sconfitta per i partiti di Tsipras e Varoufakis
Lo hanno definito un «terremoto politico». Di sicuro c’è che il trionfo di Nea Demokratia, la destra greca, alle elezioni di ieri apre scenari del tutto impensabili alla vigilia del voto. A cominciare dalla possibilità per il leader Kyriakos Mitsotakis di disporre di una maggioranza talmente ampia da poter riformare da solo le istituzioni elleniche. Per centrare tale ambizioso obiettivo, tuttavia, è necessario attendere le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Nea Demokratia ha ottenuto il 40,8 per cento dei suffragi, doppiando la sinistra di Syriza, ferma al 20,4. Mitsotakis potrebbe allearsi con il Pasok, partito scampato al pericolo dell’estinzione e ora forte di un ragguardevole 12 per cento.
Nea Demokratia doppia i voti di Syriza: 40,8 a 20,4
Ma, almeno fino all’estate scorsa, il leader dei socialisti panellenici di intese con Nea Demokratia non voleva neppure sentir parlare. Ora, invece, è Mitsotakis a frenare perché l’alleanza non gli conviene più. Tanto più che la soluzione è portata di mano: un secondo turno tra 25 giorni e la possibilità, grazie alla nuova legge elettorale, di staccare un premio di maggioranza in grado di assicurare al futuro governo una navigazione più che tranquilla. «Sono orgoglioso e anche commosso, perché sento molto forte la responsabilità che mi carica sulle spalle una percentuale così impressionante», ha scritto Mitsotakis in un tweet. Per poi aggiungere: «La speranza ha vinto il pessimismo e l’unità sulla divisione. Prometto di lavorare ancora più duramente per onorare la vostra fiducia».
Mitsotakis punta alla maggioranza assoluta
Per la prima volta dalla sua grande crisi finanziaria, la Grecia è andata alle urne senza vestire i panni dell’osservata speciale dell’Unione Europea. Tuttavia, restano ancora forti le perplessità degli investitori su come il prossimo governo affronterà il tema del debito pubblico. Sarà quello il vero banco di prova di Nea Demokratia e di Mitsotakis. Intanto, il ricordo della lunga crisi finanziaria una vittima l’ha già fatta: Syriza. Il partito dell’ex-ministro Alexis Tsipras, che in quegli anni divenne un’icona della gauche europea ha ricevuto una batosta memorabile. Peggio ha fatto solo MeRa25, il movimento fondato dal suo ex-ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, altra gloria effimera della sinistra radicale. Con appena il 2,6 per cento dei consensi, la sua sigla veleggia infatti al di sotto della soglia di sbarramento. Nel nuovo parlamento rischia addirittura di non entrare.