Justin Trudeau, il premier che vuol dare lezioni alla Meloni, in Canada è stato travolto da gaffe e scandali
«Justin Trudeau ama vendersi al mondo come tollerante e progressista, ma è il suo passato a mostrarlo per quello che è: illiberale nei comportamenti, e quindi totalmente privo di credibilità»: lo ricorda Daniele Capezzone su La Verità, ricostruendo il lato meno glamour del premier canadese, che ieri ha accusato il premier Meloni di non essere sensibile sui temi Lgbt.
«Forse è il caso di ricordare – scrive Capezzone – chi sia questo signor Trudeau, e quale sia il suo discutibilissimo pedigree rispetto alla difesa delle libertà fondamentali. Durante il periodo Covid (in particolare nel febbraio del 2022), davanti alla protesta dei camionisti contro le restrizioni decise dal suo governo, Trudeau ha introdotto lo stato d’eccezione e il blocco dei conti correnti per le associazioni alla testa delle manifestazioni». «Resta negativamente memorabile un suo discorso mellifluo e minaccioso diretto a chi protestava».
“Questo buffone vuole dare lezioni all’Italia”
Ancora più pesante Libero. Questo buffone vuole dare lezioni all’Italia, scrive Alessandro Sallusti, ricordando chi è Trudeau: «Uno che ha rischiato il posto perché beccato a una festa travestito da uomo nero e che ora vuole darci lezioni di politicamente corretto»
A Trudeau, in queste ore, stanno replicando diversi esponenti del centrodestra. «Justin Trudeau ci accusa di essere poco sensibili alle tematiche Lgbt? In realtà – dichiara Alfredo Antoniozzi di Fratelli d’Italia – dovrebbe sapere che siamo un governo che rispetta i diritti individuali di ognuno ma che, a differenza di quanto fatto da lui in Canada, non liberalizza la cannabis e non ritiene i diritti personali invalicabili». Ma Trudeau, dopo aver liberalizzato la vendita e l’uso delle droghe leggere ha legalizzato pure l’utero in affitto.
Il premier canadese è il classico campione dei radical chic internazionali. L’anno scorso, in occasione della visita di Papa Francesco in Canada, fece la sua lezioncina anche a Bergoglio, che aveva chiesto perdono per il comportamento della Chiesa nei confronti dei nativi. «Chiedere perdono non chiude la questione ma incarna un primo passo», aveva replicato il maestrino Trudeau rivolgendosi al Papa e dandogli il suo voto: sarà stato un 6 meno meno?
Chi è questo campione che predica i diritti delle minoranze? Non proprio un self made man. Anzi. Piuttosto un principe ereditario. Il padre Justin Trudeu era stato primo ministro del Canada nell’arco di tre decenni, tra il 1968 e gli anni ’80. Lui ha seguito agevolmente le orme di papà neanche fosse stato Ciccio Kim in Nord Corea.
A proposito di comportamenti “politicamente corretti”, è sparita da giornali e tv canadesi Rose Knight, la giornalista canadese che lo stesso Trudeau aveva ammesso di aver “molestato sessualmente” nel corso di un’intervista. Le pubbliche scuse, arrivate nel 2018 sull’onda del #Meetoo sono state ancora più imbarazzanti: “Non sapevo fosse la cronista di un giornale nazionale”. Il premier canadese aveva aggiunto di essersi comunque scusato con la reporter perché aveva avuto la sensazione che lei “non si fosse sentita a proprio agio nell’interazione che avevamo avuto”.
Justin Trudeau, naturalmente, come ricorda il Giornale «è anche attentissimo ai diritti dei migranti. Lo è un po’ meno quando si tratta di mettere in pratica i proclami, come è avvenuto recentemente, quando il vicino di casa Joe Biden gli ha chiesto di farsi carico, in parte, delle centinaia di migliaia di irregolari e richiedenti asilo che cercano di entrare negli Usa dalla frontiera col Messico. Il Canada, Paese sconfinato, ne ospiterà in tutto circa 1.500». Insomma, un perfetto campione della sinistra: bravissimo a dare lezioni. Pessimo quando bisogna dare l’esempio.