La denatalità preoccupa gli italiani: 7 su 10 credono nella famiglia e vorrebbero due figli
Il deserto demografico alle porte non è un tema indifferente agli italiani. Lo dimostrano i numeri del report FragilItalia elaborato da Legacoop e Ipsos. Che confermano la preoccupazione del governo Meloni, intenzionato a mettere mano al welfare per sollevare le coppie dal peso economico, primo ostacolo alla natalità.
Denatalità, un problema urgente per 7 italiani su 10
Per il 64% degli italiani la famiglia è un’unione tra due persone che decidono di convivere per perseguire un progetto di vita comune. A prescindere che siano di sesso diverso o dello stesso sesso. Unione che per 7 su 10 dovrebbe essere sancita con il matrimonio. Le cui basi affettive sono minacciate, per più di 8 italiani su 10, da egoismo, mancanza di comunicazione, difficoltà ad assumersi responsabilità, incapacità di affrontare sacrifici e di adattarsi all’altro. In questo quadro la denatalità è percepita come urgente per più di 7 italiani su 10.
Stipendi bassi, pochi servizi ed egoismo
Tra le cause gli intervistati indicano gli stipendi bassi, la precarizzazione del lavoro, la mancanza di sostegni pubblici per i costi da affrontare per crescere i figli. E, non ultima, la mancanza di servizi accessibili a tutti. Questi in sintesi ‘i sentimenti’ che emergono dal rapporto “Famiglia. Percezione, ruolo e fattori di crisi. La sfida della denatalità”. Nel dettaglio la denatalità è un problema avvertito come urgente dal 74% degli italiani (41% abbastanza urgente, 33% molto urgente). E si scontra con il desiderio di avere figli: 7 su 10 ne vorrebbero almeno due. Al primo posto tra gli ostacoli c’è l’aumento del costo della vita per il 70% della popolazione. La denatalità è un problema ritenuto urgente anche dagli under 30, seppure con percentuali inferiori rispetto alla media del totale (66% rispetto al 74%).
Tra gli under 30 la paura di perdere il posto di lavoro
Al primo posto tra le cause di rinuncia a fare figli, anche per i più giovani, gli stipendi bassi (63%, una percentuale inferiore di 7 punti al dato totale). Al secondo posto, ex aequo, l’instabilità lavorativa e la precarizzazione del lavoro (56%, -7 punti rispetto al dato totale) e la paura di perdere il posto di lavoro (56%, stessa percentuale del totale). Sul tema dei “confini della famiglia”, al centro del dibattito politico e non solo, la visione più “aperta” (unioni civili) viene espressa dal 64% (71% delle donne, 56% degli uomini). Mentre la visione più “tradizionale”, che la concepisce solo come l’unione tra un uomo e una donna uniti in matrimonio civile o religioso, è appannaggio del 22%. Indicativa la bassissima percentuale (solo il 14%) di chi la considera come l’unione tra due persone dello stesso sesso.
L’educazione dei figli al primo posto tra le funzioni familiari
Tra le funzioni più importanti della famiglia il 49% indica l’educazione dei propri figli (55% per gli uomini); il 47% il sostentamento ed il mutuo aiuto tra i suoi componenti e il 44% il supporto psicologico per far sentire i componenti accettati e protetti (53% per le donne). Tra le cause di fragilità dei legami affettivi, ai primi posti si collocano (con percentuali tutte superiori all’80%) egoismo, mancanza di comunicazione, difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità. Gli under 30, invece, collocano al primo posto il supporto psicologico ai componenti del nucleo (58%), al secondo l’educazione dei figli (46%) e al terzo posto il sostentamento e il mutuo aiuto (37%). Difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità e insicurezza guidano la classifica delle principali fragilità dei legami affettivi per gli under 30. Rispetto alla media, hanno più paura del tradimento.