La rivincita di Enrico Vanzina su snobismo e pregiudizi della critica radical chic: a lui il David Speciale 2023
Enrico Vanzina ce l’ha fatta: riceverà il David Speciale 2023 nel corso della 68esima edizione dei Premi David di Donatello. Il riconoscimento sarà assegnato mercoledì 10 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta in prima serata su Rai 1 dagli studi Cinecittà@Lumina di Roma. Una cerimonia tv con la conduzione di Carlo Conti affiancato da Matilde Gioli.
A Enrico Vanzina il David Speciale 2023
La motivazione del premio, invece, arriva oggi. «Con il padre Steno ha firmato il cult Febbre da cavallo – spiega Piera Detassis presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano–premi David di Donatello. E con il fratello Carlo, regista e complice di un’intera vita professionale, ha siglato esattamente quarant’anni fa l’esplosivo successo di due film seminali: Vacanze di Natale e Sapore di mare. Enrico Vanzina, cui va il David Speciale 2023, è sceneggiatore. Produttore. Regista e scrittore di romanzi di successo. Un cinefilo liberal, colto e fulmineo nel trafiggere i vizi e le manie del costume italiano, specialmente nei decenni Ottanta e Novanta».
La rivincita di Enrico Vanzina sui pregiudizi della critica
E ancora. «Autore di più di cento sceneggiature – prosegue la presidente – in coppia con Carlo ha contribuito a titoli come Yuppies, Le finte bionde, Eccezzziunale…veramente, che fissano indelebilmente il senso di un’epoca senza temere il pop. Il riconoscimento a Enrico Vanzina vuol essere una celebrazione dell’autore poliedrico e insieme il tributo affettuoso ad una famiglia artistica di grandi tessitori della commedia italiana. Inventori di generi sedimentati nel nostro dna di spettatori». Dunque, alla fine Enrico Vanzina ce l’ha fatta ad accreditare il suo nome non solo al botteghino. A rifarsi sulla critica integralista che per anni, da sinistra, prima di ere revisioniste ed epopee nazional popolari, gli ha lanciato contro strali avvelenati.
«Un cinefilo liberal, colto e fulmineo nel trafiggere i vizi e le manie del costume italiano»
La sua narrazione di personaggi e maschere del quotidiano, più o meno caricaturali che fossero. Messi insieme alla rinfusa, ma che incredibilmente trovano la loro logica spettacolare in un racconto che ha accompagnato evoluzioni e involuzioni del Bel Paese, ha ottenuto il blasone di un premio prestigioso, fin qui riservato alla solita scuola di autori radical chic, o giù di lì. Quelli sempre inclini a guardarsi l’ombelico e a raccontare un cinema “due camere, bagno e cucina”. E così Vanzina, l’autore che più di ogni altro ha rivisitato la commedia all’italiana ereditata dal padre Steno, e dai suoi illustri maestri di scuderia di sempre, può mettere accademicamente la firma – insieme a quella del fratello Carlo s’intende, con cui ha condiviso vita, carriera e produzioni – al quadro (sur)reale della dinamica sociale italiana.
La rivincita di Enrico Vanzina, un autore sempre bersagliato dalla critica di sinistra
Un dipinto di celluloide ritratto ora a tinte comiche, ora con toni sdrammatici, che ha fotografato l’immagine di un Paese e dei suoi volti, drammatici o tragicomici, alle prese con pregi e difetti in cui intere generazioni hanno potuto riconoscersi o prenderne le distanze. Ebbene oggi, con il riconoscimento ufficiale che arriva dal David, proprio quella capacità di trovare i difetti e le metafore di un’epoca, e saperli trascrivere e metterli in bocca a personaggi buffi e caratteristici al limite del grottesco, non è più ufficialmente oggetto di sberleffo e storcimento di naso.
Una carriera a dispetto di snobismi e bocciature dei critici radical chic
E quegli stessi elementi. Quegli stessi personaggi – dal parvenu cafone e fedifrago, all’industriale milanese moralista. Passando per le maggiorate di turno, procaci quanto ingenue e grossolane. Per quei figli ribelli e quegli ex yuppie incalliti – che da anni hanno trovato posto nell’immaginario collettivo nazionale – sono promossi a pieno titolo a protagonisti di una galleria d’autore con licenza di sparolacciare. Al di là di facili snobismi e sentenze emanate da un’intellighenzia radical chic, che ha sempre imputato a Vanzina quell’incedere grottesco e diretto che, pur non conquistando la critica, quantomeno ha sempre riempito le sale e salvato il box office di casa nostra.