La Roccella lascia il palco scortata dalla Digos. La lezione agli scalmanati: non conoscete la democrazia
Vergogna e caos senza fine al Salone del libro di Torino. Quanto accaduto nell’Arena Piemonte con le contestazioni violente di un manipolo di facinorosi attivisti pro utero in affitto e sedicenti ambientalisti, è sconcertante. Al punto tale che è dovuta intervenire finanche la Digos che, cautelativamente, ha scortato la Roccella in un ufficio al quale non si può accedere, bloccandone per sicurezza l’ingresso. Non solo. In base a quanto si apprende dall’Ansa, rilanciata da Euronews, «venti attivisti del movimento ambientalista Extiction Rebellion e del collettivo femminista Non Una di meno, sono stati riconosciuti e denunciati dalla Digos di Torino». L’accusa è di «violenza privata per la contestazione che ha bloccato la presentazione del libro del ministro al Salone di Torino. Si tratta di tutti i componenti del gruppo che questa mattina ha contestato e impedito alla Roccella di tenere il suo incontro all’Arena Piemonte».
Salone del libro, la Roccella lascia il palco scortata dalla Digos
Un luogo di confronto democratico e di discussione culturale e politica, presidiato da attivisti intolleranti e insultanti, si trasforma in un presidio di sopraffazione in cui chi più urla mette assai anti-democraticamente a tacere dialogo e confronto. Un delirio in cui, nelle difficoltà, il ministro Roccella è riuscita comunque a impartire una lezione di stile, con tanto di richiami all’educazione civica e alla libertà di espressione, asserendo a commiato in corso: «Per motivi di democrazia a voi sconosciuti lascio il palco». Lo lascio – ha poi aggiunto – ai ragazzi di casa Ugi (Unione genitori italiani contro il tumore dei bambini). E a chi vuole parlare di problemi che spero vogliate ascoltare».
La lezione del ministro agli scalmanati pro utero in affitto
Ma tant’è. Alla fine, tanto hanno urlato e strepitato che i contestatori hanno impedito al ministro Roccella di parlare. Costringendola a uscire scortata dalla Digos. Slogan e scritte vergate a caratteri di fuoco su addomi e facce mostrate a favore di macchine fotografiche e telecamere. Urla, slogan e insulti, hanno avuto ragione sul confronto democratico e sul dialogo costruttivo. E così, a caos in corso, la titolare del dicastero della Famiglia, della natalità e delle Pari opportunità, prima di congedarsi, impartisce un’ultima lezione ai facinorosi in preda al delirio. Una lezione di moderazione e stile. «Per motivi di democrazia a voi sconosciuti lascio il palco». Non solo. A stretto giro, esplode anche la polemica sull’intervento del direttore della kermesse Lagioia in tutta la rumorosa vicenda.
Bufera su Lagioia: il suo comportamento «avrebbe legittimato i manifestanti»
Stando a quanto trapela in queste concitate ore dal Salone del libro di Torino, infatti, il direttore della rassegna – lo scrittore Nicola Lagioia – come riporta tra gli altri il sito di Rainews, «non avrebbe secondo alcuni bloccato in modo risoluto la protesta». Anzi con il suo comportamento «avrebbe legittimato i manifestanti». Un dubbio che traspare anche dalle prime dichiarazioni rilasciate a caldo dalla stessa Roccella. La quale, commentando le parole di Lagioia che ha affermato di essere stato “quasi cacciato” dal palco – dove avrebbe dovuto tenersi la presentazione del libro della ministra, Una famiglia radicale – ha sottolineato: «Capisco che sia uno scrittore… Ma costruire una narrazione fantasy sulla realtà mi sembra un po’ eccessivo».
L’emblematico “No comment” della Roccella…
Concludendo amaramente: «Di fronte a un’aggressione subita e al mio invito al dialogo rivolto ai contestatori – ha chiosato la Roccella – il direttore del Salone non solo non trova il modo di dire che è poco democratico impedire agli altri di parlare. Ma addirittura attacca coloro ai quali è stato impedito di esprimersi. No comment»…