La Russa: chi imbrattò il Senato vada volontario in Emilia. E gli eco-vandali urlano al “ricatto”
Con l’apocalisse scatenata dal maltempo in Emilia Romagna, corredata dalle polemiche e dagli allarmi cavalcati dagli esponenti di Ultima Generazione. A processo cominciato proprio qualche giorno fa – che vede alla sbarra gli eco-vandali che a gennaio hanno imbrattato la facciata di Palazzo Madama – arriva via Ansa la proposta formulata dal presidente del Senato Ignazio La Russa.
La proposta di La Russa ai militanti di Ultima Generazione
«Mi ero detto non contrario ad incontrare i ragazzi che sono imputati per avere imbrattato la facciata di Palazzo Madama. Ma poi la richiesta non ha avuto seguito – spiega La Russa all’agenzia di stampa –. E allora faccio una proposta: vadano per almeno una settimana da volontari in Emilia-Romagna. E certifichino il loro attivo operare per spalare il fango e aiutare a eliminare i danni dell’alluvione. Sarà mia cura provare a convincere il Senato a ritirare la costituzione di parte civile nei loro confronti. Avendo dato prova di volere concretamente fare qualcosa per l’ambiente».
La replica piccata di un militante all’invito di La Russa
Una proposta, quella del presidente del Senato, formulata in termini conciliatori, e che si inserisce nel solco di sollecitazioni simili arrivate anche da altri fronti. Da chi, come il direttore del TgLa7 Enrico Mentana, ha invitato i militanti per il clima a recarsi nei luoghi colpiti dal nubifragio, come fecero gli “Angeli del fango” in occasione dell’alluvione che mise in ginocchio Firenze nel 1966.
L’appello di La Russa e le strumentalizzazioni di Ultima Generazione
Un appello che gli eco-teppisti in servizio effettivo e permanente hanno colto al volo l’occasione di declinare alla causa che ne motiva blitz e incursioni vandaliche. Stravolgendone il significato e strumentalizzandone il messaggio. E giù, subito a parlare di “ricatto” e a inveire, più genericamente, contro scienziati bollati con la lettera scarlatta dei “negazionisti della crisi climatica”: nel giro di poco più di un’ora monta tutto il florilegio da copione con cui destare clamore. Ottenere visibilità. E, soprattutto, recitare la parte che gli stessi attivisti imbrattatori hanno denunciato di sentirsi cucita addosso da chi non la pensa come loro (specie sui metodi adottati per le proteste e la denuncia dell’allarme).
Una ennesima occasione per ottenere visibilità e destare scalpore?
«Per i negazionisti siamo come Cassandra o Laocoonte, che mise in guardia i cittadini di Troia dall’inganno dei greci», ha tenuto a precisare parlando con l’Adnkronos Maria Letizia Ruello, militante di Ultima Generazione. Ma, aggiunge poi a stretto giro, «noi di Ultima generazione siamo già in Emilia Romagna a spalare il fango. Siamo tra le persone che stanno prestando soccorso. Comuni cittadini senza bandiere».
«Siamo già in Emilia Romagna a spalare fango»
E tanto perché si definiscono apolidi e senza bandiera, l’attacco frontale dell’esponente di Ultima Generazione in linea con l’Adnkronos mira direttamente al cuore delle istituzioni. E alla proposta avanzata dal presidente La Russa e recepita dagli eco-vandali come una provocazione. «Ha promesso che convincerà il Senato a non costituirsi parte civile nei vostri confronti nel processo per l’imbrattamento della facciata di Palazzo Madama se vi recherete nei luoghi dell’alluvione per prestare soccorso: si tratta di un ricatto vigliacco», tuona dall’agenzia di stampa in replica la Ruello.
Intanto l’invito a un incontro e la dialogo rimane lettera morta…
La quale, nella fretta di replicare furiosamente all’appello del presidente del Senato, lascia ancora una volta cadere l’invito al dialogo. E il rinvio a un possibile incontro che – ha ricordato oggi La Russa – «non ha più avuto seguito»…