La vendetta di Alessia Morani sulla Schlein: “Non basta giustificarsi col vento di destra, serve umiltà…”
“La sconfitta in questa tornata elettorale amministrativa è inequivocabilmente netta”. Alessia Morani, ex parlamentare Pd e membro della commissione di garanzia dem, non usa giri di parole nel commentare con l’Adnkronos il risultato delle comunali. E da pesarese particolarmente pesante nelle Marche, con la ‘caduta’ di Ancona: “Una sconfitta molto dolorosa“. Morani, ora che succede? Partirà il ‘processo’ a Schlein? “Se dicessi che la responsabilità è totalmente in capo alla nuova segretaria nazionale direi una cosa poco onesta intellettualmente ma è altrettanto vero che questa batosta non può essere giustificata dal ‘vento forte di destra’”.
Morani accusa la Schlein: “Manca unità e umiltà”
Allora cosa non ha funzionato? “In politica ci sono delle regole da cui non si può prescindere per essere vincenti: bisogna avere il proprio partito unito ed una coalizione allo stesso modo solida e forte. Nella situazione in cui versa oggi il Pd dopo anni di scissioni, segreterie a dir poco confuse ed un congresso lungo 6 mesi in cui gli iscritti hanno indicato Bonaccini e le primarie Schlein, non mi pare di potere dire che la prima condizione sia realizzata. La seconda condizione riguarda la forza e la solidità della coalizione che è tutta da costruire”.
Ieri Schlein ha rimarcato che ‘non si vince da soli’. Una sferzata a Giuseppe Conte e le altre opposizioni? “Le divisioni sono più personali che politiche tra i vari leader della galassia del centrosinistra e non mi pare che nessuno possa dire di avere brillato in queste elezioni. Un po’ più di umiltà e di consapevolezza potrebbero aiutare a costruire una alleanza su ciò che ci unisce, a partire da salario minimo, politiche per la casa e Pnrr”.
La lettera delle donne riformiste
Morani, lei insieme ad altre ex-parlamentari ha scritto una lettera in cui rimarca la ‘natura’ riformista del Pd. Con Schlein sta venendo meno? “Sapevamo che la traversata nel deserto sarebbe stata lunga ma è necessario che la segretaria faccia vivere il pluralismo interno del nostro partito che ne costituisce la vera essenza e il suo punto di forza se vogliamo tornare a parlare a più elettorati. Il disagio della parte riformista e più moderata del Pd c’è. Ed alcuni addii ne hanno segnato l’epifania. Abbiamo tutto il tempo per cambiare rotta e confido che questa sconfitta possa essere una spinta in questa direzione”.
La sconfitta del “miglior sindaco del mondo”
Ancona veniva da anni di buona amministrazione con una sindaca, Valeria Mancinelli, insignita di un premio addirittura come ‘migliore sindaco del mondo’. Perché avete perso? “La sconfitta di Ancona è molto dolorosa ma non mi ha colto di sorpresa poiché sapevamo che la battaglia sarebbe stata durissima. Scontiamo certamente la stanchezza dei tanti anni di governo della città e ad Ancona, essendo il capoluogo di regione, ha pesato anche un Pd regionale che per 2 anni e mezzo è stato immobile e, infine, commissariato. Abbiamo più volte denunciato il cosiddetto ‘modello Marche’ dichiarato dalla Meloni, ma non c’è stata purtroppo la giusta attenzione da parte del partito nazionale. Da poco abbiamo imboccato un percorso di profondo rinnovamento che va rafforzato e aiutato. Da Ancona dobbiamo trarre una lezione per le prossime amministrative: non ci sono più ‘fortini inespugnabili’ e occorre stare al fianco dei cittadini che oggi hanno tante difficoltà”.