Migranti, ecco perché Macron ora “corteggia” Meloni e vuole collaborare con l’Italia
Disgelo Parigi-Roma. Emmanuel Macron torna a Canossa. Le sue parole di apertura al premier Meloni pronunciate a Reykjavik non lasciano dubbi sulla necessità del capo dell’Eliseo di mettere un macigno sull’ultimo incidente diplomatico tra Roma e Parigi. Gli affondi scomposti dei suoi ministri gli hanno causato non poco imbarazzo e non hanno trovato adesioni fuori dai confini francesi. Ora cerca la pace con l’Italia, quasi disperatamente, a giudicare dai toni particolarmente calorosi utilizzati con “Giorgia”. Per evitare di ritrovarsi isolato nello scacchiere internazionale. Il rischio di trovarsi a recitare i panni del brutto anatroccolo non era escluso. Ai prossimi appuntamenti internazionali, dopo il vertice in Islanda arriva il G7 in Giappone, il presidente francese, in grave difficoltà nel suo Paese, deve arrivare senza “colpe”. Tanto da mettersi a corteggiare il premier italiano.
Disgelo con Roma, Macron cerca la pace con il premier Meloni
Le diplomazie si erano messe al lavoro da tempo. Con il ministro degli Esteri Catherine Colonna, ex ambasciatrice a Roma, che da mesi tentava di ricucire con la Farnesina. Dopo le polemiche sul caso Ocean Viking. E soprattutto dopo la riposta più che ferma di Palazzo Chigi con la decisione del ministro Antonio Tajani di cancellare la visita a Parigi. Per non parlare del fatto che il contrasto all’immigrazione e la necessità di una risposta europea è entrato nell’agenda di Bruxelles grazie all’iniziativa italiana e di Meloni. Che è anche il capo dell’Ecr, il gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti.
“L’Italia non può essere lasciata sola sull’immigrazione”
“L’Italia non può essere lasciata sola davanti alla pressione dei flussi migratori, con Meloni ci confronteremo, spero di poter cooperare con il suo governo”. Queste le parole di Macron a poche ore dall’inizio del Consiglio d’Europa. Dopo le offese all’Italia, è costretto ad abbassare i toni. E spegnere le polemiche sul dossier immigrazione. Non sono proprio le scuse al governo italiano, ma ci siamo vicini. L’auspicio del capo dell’Eliseo, che ammette di “non sottovalutare il fatto che l’Italia è un Paese di primo approdo”, è quello di trovare “soluzioni comuni” e “solidarietà europea”. Proprio i concetti cardine dell’azione di Meloni a Bruxelles, che ora si attende un cambio di passo dalla Commissione europea con il Consiglio di fine giugno.
“Spero di poter collaborare presto con Roma”
Alle ultime provocazioni d’Oltralpe (“Meloni disumana”) il governo italiano aveva reagito senza cadere nella trappola. Convinto che gli attacchi avessero motivazioni di carattere interno. Il pessimo stato di salute del governo Macron di fronte all’avanzare della destra e la necessità di distrarre l’opinione pubblica francese. Ora si volta pagina. Dopo il vertice in Islanda, i due leader si vedranno anche nel fine settimana al G7 di Hiroshima.
Meloni: incontrerò tutti, il caso francese non mi interessa
C’è grande attesa anche per un nuovo faccia a faccia fra Macron e Meloni. L’ultimo si era svolto il 23 marzo a Bruxelles. Ancora prima c’era stata una telefonata, il 17 gennaio, necessaria a riprendere i contatti dopo le tensioni per il caso Ocean Viking. Da Reykjavik la risposta del premier Meloni non troppo interessata al caso francese. “Avrò modo di vedere tutti. Da qui vado diretta in Giappone per il G7. Sono lunghe giornate nelle quali tutti quanti parleremo con tutti. Ho già risposto su questo. È è materia che a me non interessa particolarmente. Mi interessano le questioni che in questa fase la comunità internazionale deve avere la forza di affrontare e ribadire senza tentennare. Il resto sono questioni di politica interna e le lasciamo alla politica interna”.