Natangelo convocato dall’Ordine dei giornalisti, fa la lagna: vogliono punirmi per la vignetta sulla Meloni

9 Mag 2023 15:31 - di Carlo Marini
vignetta Meloni

Il vignettista del Fatto quotidiano, Mario Natangelo fa la vittima dopo che l’Ordine dei giornalisti del Lazio ha avviato un’istruttoria attraverso il consiglio di disciplina per la vignetta sessista e razzista sulla “sostituzione etnica” contro Arianna Meloni.

La vignetta, apparsa su Il Fatto Quotidiano il 20 aprile scorso, aveva scatenato la reazione disgustata bipartisan, per quella vignetta, pubblicata in prima pagina sul giornale diretto da Marco Travaglio.

Natangelo, iscritto all’Ordine dei giornalisti, convocato il 7 giugno

A dare notizia del provvedimento disciplinare avviato è lo stesso vignettista Natangelo su Twitter: «Un veloce aggiornamento sulla vignetta a proposito della sostituzione etnica del ministro Lollobrigida: per quel disegno l’Ordine dei giornalisti (al quale sono iscritto in quanto giornalista professionista) ha avviato un procedimento disciplinare nei miei confronti. Sono stato convocato il prossimo 7 giugno, quando il consiglio di disciplina si riunirà per valutare se con quella vignetta io abbia violato i codici di condotta della mia professione: avrò facoltà di produrre una memoria difensiva e farmi assistere da un legale».

Tecnicamente, l’istruttoria è stata avviata dopo una serie segnalazioni inviate all’Ordine dei giornalisti. Come da prassi l’ordine ha inviato la stessa al collegio di disciplina, che è un organo indipendente. A questo punto, il consiglio ascolterà non solo il vignettista ma anche alcuni testimoni. Successivamente valuterà se ci sono gli estremi deontologici per un provvedimento disciplinare a carico di Natangelo.

Anche Stampa romana contro il vignettista

A prendere posizione contro Natangelo era intervenuto anche il presidente dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Tripaldi, con una nota. «Il diritto di satira garantito dalla Costituzione non può essere lo strumento per offese gratuite. Coinvolgere la moglie di un ministro con battute sessiste, come avvenuto con la pubblicazione di una vignetta da parte di una testata nazionale in riferimento al ministro Lollobrigida, lede i principi deontologici giornalistici ai quali la nostra professione deve sempre far riferimento».

Da parte sua, il collaboratore del Fatto, ha precisato su Twitter. «Lo so che avevo detto che non avrei risposto a critiche o accuse, nemmeno a quelle della sorella di Arianna Meloni, preferendo lasciar parlare il mio lavoro ma temo che in una sede così autorevole dovrò violare il mio impegno e me ne scuso». Di chiedere scusa ad Arianna Meloni, invece, neanche a parlarne.

 

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