Omicidio Diabolik, in aula il “film” dell’omicidio ripreso dalle telecamere

22 Mag 2023 20:49 - di Redazione

Un film agghiacciante, l’omicidio del capo tifoso della Lazio, Fabrizio Piscitelli, nome di battaglia Diabolik, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti a Roma, periferia sud della Capitale.

Al processo per l’omicidio di Diabolik, scorrono le immagini dei video acquisiti dagli investigatori della polizia nell’ambito delle indagini sull’agguato Fabrizio Piscitelli,,

Nel corso dell’udienza del processo davanti alla Terza Corte d’Assise di Roma che vede imputato Raul Esteban Calderon, accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi, sono stati sentiti,  nell’aula bunker di Rebibbia gli investigatori, della Squadra Mobile e della Scientifica, che hanno portato avanti le indagini e che hanno ricostruito davanti ai giudici le diverse fasi: dalla prima richiesta di intervento al numero unico del 7 agosto 2019 negli istanti successivi al delitto, la descrizione del killer in tenuta da jogging, all’arrivo del personale del 118 nel parco che ha constatato la morte di Piscitelli, fino ai rilievi sul luogo dell’omicidio da parte della Scientifica e all’acquisizione delle prime testimonianze e degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona.

Chiamati a testimoniare dalla procura, gli investigatori hanno risposto in aula alle domande relative ai video acquisiti da due attività commerciali di viale Tito Labieno e di piazza di Cinecittà che mostrano il passaggio dello scooter utilizzato per il delitto e a quello ripreso da una telecamera posizionata su un terrazzo di via Lemonia che ha ripreso le fasi dell’omicidio, il killer che si dirige verso la panchina dove Piscitelli è seduto insieme al suo autista, l’esplosione del colpo mortale e la fuga.

Un video, che insieme che insieme a quello di viale Tito Labieno, mostra anche la “copertura”, una fasciatura sulla gamba destra del killer mentre scappa sullo scooter con un complice.

“Sul posto abbiamo trovato un bossolo 9X19 parabellum – ha spiegato in aula uno degli investigatori della Scientifica che ha condotto gli accertamenti – con il simbolo della Nato, riconducibile al munizionamento destinato all’armamento militare. Il bossolo presentava piu’ impronte a freddo di espulsione, circa cinque, tutte riconducibili alla stessa classe di arma. Sembrerebbe da un esame visivo non ricaricato, aveva ancora la vernice che normalmente ricopre l’innesco dopo la fabbricazione e non presentava segni evidenti di ricarimento. Ma può essere stato camerato e scamerato più volte senza essere esploso prima”.

Rinviato a giudizio lo scorso 5 dicembre, Calderon era stato arrestato nel dicembre del 2021 dopo l’inchiesta condotta dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò.

“Oggi abbiamo cristallizzato la scena del delitto e visto ufficialmente il video che mostra l’esecuzione, sentito l’audio del colpo di pistola, e ascoltato dagli investigatori l’analisi effettuata sul bossolo. Elementi da cui partire per accertare la responsabilita’ penale dell’imputato”, ha detto, all’Adnkronos, Tiziana Siano, legale di parte civile dei genitori e della sorella di Fabrizio Piscitelli.

Nella prossima udienza verrà chiamato in aula, tra i testimoni, l’autista cubano presente al momento dell’omicidio “che dovrebbe dare ulteriori elementi su quanto avvenuto – sottolinea – anche nei momenti immediatamente successivi al delitto che possono essere utili per fornire un quadro più specifico sul contesto e sugli ultimi momenti di vita di Fabrizio”, ha spiegato l’avvocato Siano.

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