“Prego per Giorgia Meloni ogni mattina”: la “confessione” di Buttafuoco a “Un giorno da Pecora”

19 Mag 2023 18:55 - di Angelica Orlandi
Buttafuoco Meloni

Dire una preghiera ogni mattina affinché Giorgia Meloni ce la faccia e vada avanti con il suo governo. Non è una boutade, tutt’altro.  Pietrangelo Buttafuoco in uno scoppiettante intervento a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, ha confessato di farlo. Un’abitudine singolare? Non proprio, perché conosce di persona anche chi lo fa e lo ammette candidamente. Io ho delle mie idee. Giorgia la benedico e faccio come Giovanni Lindo Ferretti (ex cantante dei CCCP e dei CSI, che mi ha detto: ‘ogni mattina dico una preghiera per la Meloni affinché ce la faccia’. Bene è un’ottima idea, va ringraziata- afferma Buttafuoco conversando con i conduttori- . Perché ha rotto il giocattolo inamovibile di un sistema che era impossibile da smuovere”.

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Buttafuoco, scrittore, editorialista, ospite di frequente nei talk show a “difendere” le misure del governo di centrodestra dagli attacchi concentrici di cui è oggetto non vuole essere definito un “intellettuale”: perché, “gli intellettuali sono altri, Leonardo Sciascia, oppure, oggi, Massimo Cacciari”. Dunque, “confessa” la sua preghiera mattutina alla premier. E ammette di averla votata: “Si, ho votato per tre donne, due FdI e una Fi”. Poi risponde da par suo alle provocazioni. Una volta lei disse che Giorgia Meloni è di sinistra, lo punzecchiano scherzosamente Cucciari e Lauro. Lui rilancia:  “Certo, ed è molto più di sinistra di Elly Schlein, su questo non c’è dubbio. Secondo voi una persona che si ammazza di lavoro ha l’armocromista?”. Poi gli ricordano quando nel 2015 Matteo Salvini gli  propose la candidatura alla Regione Sicilia “Gli ho detto di no, non sono adatto a quelle cose, dissi no anche quando mi proposero di fare l’assessore alla cultura sempre nella mia regione”, risponde.

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Quindi il discorso vira sulla sua professione, sempre più assediata dal politicamente corretto: “Non ho potuto trovare lavoro nel giornalismo – ammette- perché non rispondevo ai canoni richiesti dal dettato ufficiale”. Lo si evince dai suoi interventi televisivi, che sempre affrontano i temi da  punti di vista inediti e originali.  Un po’ come in teatro accade a un attore  come Branciaroli, afferma Buttafuoco: “A teatro si deve ammazzare di fatica per trovare gli spazi”. Dunque, il suo approdo alla direzione artistica.  Una direzione controcorrente, anche in questo caso. “Nel teatro dell’Aquila dove io sono presidente, in cartellone ci sono tutta una serie di nomi che corrispondono ai protagonisti del dibattito politico culturale anti meloniano”. Un esempio di pluralismo che gli fa onore. “Ecco  – spiega- io non mi sentirei mai di toglierli ma sono sicuro e ci scommetterei che lor signori non darebbero mai spazio a chi la pensa diversamente da loro”. Scommettere non serve, è così. E il tema pluralismo chiama in causa la Rai, per associazione di idee. Il nome di Buttafuoco gira per nuovi programmi in Rai. Qualcuno l’ha contattata? “Assolutamente no – risponde-  lo sanno perfettamente che io non sono adatto alla Rai”. E alla domanda su chi  metterebbe al posto di Fabio Fazio, risponde: Ranucci secondo me non sarebbe una cattiva idea: in fondo lui a Report ha dimostrato di saper sostituire, e bene, una come Milena Gabanelli”.

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