Psichiatra uccisa, il dolore del marito: «Spero di trovare la forza per continuare senza di te»
Un dolore profondo, nel post su Facebook di Michele Bellandi, il marito della 55enne psichiatra uccisa a Pisa. Parole strazianti, dedicate a Barbara Capovani, la professionista capace di entrare «in punta di piedi nella vita degli altri» Un ricordo dettagliato di ogni momento, di ogni parola, di ogni atteggiamento. Fino alla conclusione: «Ci dicevamo spesso che da soli saremmo stati due “disgraziati” ma che insieme eravamo invincibili. Spero di trovare la forza per continuare ad esserlo anche senza di te al mio fianco, soprattutto per prendermi cura di ciò che era la tua preoccupazione più grande: i tuoi bambini. Grazie per avermi accettato incondizionatamente, cosi come sono, ben conscia di tutti i miei difetti. Grazie per tutto quello che mi hai insegnato e per aver lasciato a me e a tutti noi un esempio indelebile. Amore mio tu sarai qui, con noi, per sempre».
Il dolore nel ricordo della psichiatra uccisa a Pisa
«Amore mio», inizia il post. «Non so neanche da dove iniziare, come fare a dire delle cose che possano renderti giustizia, che possano fare, se non capire, almeno intuire chi eri. La poliedricità della tua personalità, le sue infinite sfaccettature e allo stesso tempo la tua gentile semplicità che ti rendeva accessibile ed aperta a tutti, senza eccezioni». «Eri cosi piccina, con quel tuo corpicino esile ma anche forte e scattante», continua. «Un moto perpetuo, quasi impossibile da fermare, tanto che in famiglia ti avevamo soprannominata Kangurina (con la K). Bloccarti era compito arduo, farti stare ferma un’impresa monumentale. Per riuscire a vedere un film insieme davanti alla tv ci potevamo mettere anche due weekend interi».
«Trovavi sempre soluzioni per tutto e per tutti»
Piccina è vero ma in realtà un vero gigante. Entravi in punta di piedi nella vita degli altri e gliela cambiavi per sempre, come per magia, in un istante, La tua curiosità, la tua intelligenza, il tuo coraggio ed il tuo intuito, la tua voglia di aiutare ti rendevano in grado di capire le situazioni e trovare soluzioni sempre e per tutti. Cosi in un attimo diventavi un punto di riferimento. E quelle persone che fino a poco prima non ti conoscevano, improvvisamente non potevamo più fare a meno di te».
«La tua dedizione al lavoro era totale»
«È buffo», continua il marito della psichiatra uccisa. «Per tanti anni hai lavorato al dipartimento delle dipendenze. Ma nessuna droga ne dava di più della tua presenza. Persino per i tuoi amati cani, sempre ipnotizzati dal tuo sguardo profondo e penetrante. Ed i vari addestratori che amavi contattare per capire ogni singolo aspetto dei tuoi miglior amici, erano tutti allibiti. Nessuno aveva mai visto una relazione cosi stretta ed una dipendenza cosi totale nei loro decenni di esperienza». Michele Bellandi aggiunge: «La tua dedizione al lavoro poi era totale. Non facevi il medico, eri nata medico. A 6 anni avevi deciso che avresti fatto la psichiatra e cosi è stato. La tua era una missione in cui hai sempre dato tutta te stessa».