Quattordici anni, schiava: processo a Roma ai genitori di una ragazzina bosniaca
Si aprirà il prossimo 12 giugno davanti alla Corte d’Assise di Roma il processo per i genitori di una ragazzina bosniaca di 14 anni, arrestati lo scorso novembre con l’accusa di riduzione in schiavitù e lesioni personali gravi. Accuse contestate alla coppia, marito e moglie di nazionalità bosniaca, rispettivamente di 41 e 36 anni, con l’aggravante di aver commesso questi reati nei confronti della figlia minore.
La quattordicenne aveva anche tentato il suicidio
Dall’inchiesta, coordinata dalla Dda di Roma con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, erano emerse le violenze subite dalla vittima, che in più di un’occasione, presa dallo sconforto, aveva tentato anche il suicidio. La ragazzina, infatti, secondo l’accusa, attraverso violenze fisiche e verbali, era costretta a vivere di stenti e forzata a chiedere l’elemosina nei pressi di un supermercato.
Sempre secondo l’accusa, la minore sarebbe stata promessa in matrimonio ad uno sconosciuto in cambio di denaro, nonostante il suo chiaro rifiuto. La ragazza, subito dopo la denuncia, è stata immediatamente portata in una struttura protetta dove tuttora vive. La giovane si era presentata nell’ottobre scorso negli uffici della polizia raccontando, tra le lacrime, quanto fosse costretta a subire ormai da anni, all’interno del proprio nucleo familiare
Violenze anche sui fratelli della ragazzina bosniaca
“Personalità violente e prevaricatrici, determinate a trarre fonti economiche per il soddisfacimento delle loro esigenze personali dall’accattonaggio delle figlie, del tutto incapaci di considerare il dissenso e il disagio di una di loro, di rispettare l’obbligo scolastico e di occuparsi delle sue esigenze primarie”, era il quadro descritto dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare emessa alla luce degli elementi raccolti dai magistrati della procura della Capitale. Un quadro di violenze, avvalorato anche dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti, tra le quali alcune donne con cui la minore si era confidata. Violenze che sarebbero state compiute anche sui fratelli.