Riforme, Casellati: «Da Meloni iniziativa ottima. I tempi sono maturi: ce la faremo»

9 Mag 2023 8:54 - di Sveva Ferri
casellati

I tempi sono «maturi» e «l’ottima iniziativa del presidente Meloni di dialogare con tutta l’opposizione» favorisce la possibilità di trovare una ricetta condivisa. Per questo il ministro per le Riforme, Maria Elisabetta Casellati, si dice «fiduciosa» nella possibilità di centrare un obiettivo che «non può essere una priorità solo del centrodestra, ma una scelta obbligata di tutti, perché il nostro Paese ha avuto in 75 anni di storia repubblicana 68 governi con una durata media di 14 mesi». Un ottimismo che si estende anche ai tempi: «L’obiettivo è rispettare il cronoprogramma mettendo in cantiere la riforma prima dell’estate, dopo aver sentito anche i costituzionalisti».

Casellati: “La stabilità è necessaria per rendere l’Italia più credibile e competitiva”

Intervistata dal Corriere della Sera, Casellati ha avvertito che «serve stabilità per rendere l’Italia più credibile e più competitiva nell’economia mondiale». «Dalla stabilità politica – ha ricordato – dipendono la possibilità di impresa e quindi la crescita economica e la fiducia dei mercati, la pianificazione della vita delle persone, il rapporto virtuoso con tutte le istituzioni, dalle Università alle Regioni». «Non si può programmare il futuro – ha proseguito – se cambiano, con una rapida successione di governi, continuamente le regole. E poi serve restituire ai cittadini la sovranità popolare nella scelta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio».

Premierato o semipresidenzialismo? L’importante è che “ne valga la pena”

Casellati non è voluta entrare nel merito della forma istituzionale che l’Italia potrebbe darsi. Premierato o semipresidenzialismo, ha chiarito, l’importante è che «ne valga la pena». «In questa fase – ha spiegato – invece di esprimere preferenze, credo sia più giusto trovare il “punto di caduta”, la sintesi in grado di portare alla massima condivisione possibile. Una proposta aperta per accogliere tutti i contributi utili, ma nell’ambito di un perimetro delimitato. Da un lato l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del Consiglio e dall’altro la garanzia di stabilità. Un “modello italiano” che non deve necessariamente coincidere con modelli sperimentati negli altri Paesi».

La scelta tra bicamerale e iter costituzionale

Il ministro quindi ha parlato del «bilancio positivo» tratto dal un primo giro di confronto tenuto nei mesi scorsi con i gruppi parlamentari. I loro punti, sia di maggioranza che di minoranza, ha spiegato, «hanno arricchito il mio campo d’indagine e mi hanno consentito di tirare “una prima riga” nel percorso verso la riforma. Ora però siamo al giro di boa». Sullo strumento per procedere Casellati non ha fatto mistero di preferire l’iter indicato del doppio passaggio parlamentare alla bicamerale.

Casellati: “Ottima l’iniziativa di Meloni di dialogare con tutta l’opposizione”

Quanto alla possibilità che si vada avanti anche senza l’accordo delle opposizioni, il ministro ha ribadito di rimanere «ottimista sulla possibilità di trovare una ricetta condivisa, anche per l’ottima iniziativa del presidente Meloni di dialogare con tutta l’opposizione». Dunque, «oggi una risposta è prematura». «E la legge elettorale?», ha chiesto Paola Di Caro, che firma l’intervista. «È un passaggio sicuramente obbligato, ma – ha precisato Casellati – una conseguenza degli assetti costituzionali che ci daremo».

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