Riforme, Meloni alla vigilia del tavolo: “Sono una priorità, basta a governi nati in laboratorio”

8 Mag 2023 20:35 - di Elsa Corsini

Riforme atto primo. Riflettori puntati sul tavolo di confronto con le opposizioni voluto dal premier Giorgia Meloni, convocato per domattina a Palazzo Chigi. La dimostrazione – sottolineano  dal centrodestra – di una disponibilità e apertura che, a parti invertite, i governi di centrosinistra non hanno dimostrato. I paletti del governo soni chiari: sì al dialogo e a una possibile condivisione ma senza no pregiudiziali.

Riforme, Meloni: sono prioritarie. Serve stabilità

È lo stesso premier da Ancona per la chiusura della campagna elettorale a ribadire il senso dell’appuntamento di domani. E a respingere la narrazione delle opposizioni. Che accusano la maggioranza di spostare con le riforme l’attenzione dai problemi veri del paese. “Le opposizioni dicono che non è una priorità, mmm… Io credo sia una priorità dire basta a governi creati in laboratorio sulla pelle dei cittadini. E dare stabilità a questo paese, con governi che durino 5 anni. Questa sì che è una priorità”. Poi la sfida a tutto tondo. “Vorrei fare una riforma il più possibile condivisa, ma io la faccio comunque perché il mandato l’ho ricevuto dal popolo italiano” conclude Meloni. “La priorità è legare chi governa al consenso popolare. Basta con le legislature ostaggio di chi cambia casacca, l’ho detto agli italiani, lo devo a loro”. Meloni chiede al fronte opposto lo stesso atteggiamento che “offro io, di apertura”.  L’obiettivo è capire se esistono punti di sintesi in cui ci si può trovare tutti. “Offro massima disponibilità se c’è disponibilità, ma non accetto atteggiamenti aventiniani o dilatori”.

Salvini: “Davanti ai no ci saranno i cittadini a mettere il timbro”

Il centrodestra è compatto. Anche nel respingere la malizia delle opposizioni. “Domani ascoltiamo, sperando che ci sia la voglia di dialogare”, dice Matteo Salvini sempre da Ancona. “In questi mesi c’è stata una opposizione che dice ‘no’ a tutto. Noi ascoltiamo per mantenere l’impegno preso coi cittadini per ottenere più stabilità. Il massimo sarebbe che se metti mano alla Costituzione lo fai tutti insieme. Se qualcuno poi continuerà a dire no a qualsiasi proposta, saranno gli italiani a metterci il timbro e autorizzarlo. Non abbiamo pregiudizi sulla legge elettorale, sulle riforme, i premierati… siamo assolutamente disponibili ad ascoltare e lavorare insieme”. Identico giudizio da Antonio Tajani. “Noi siamo pronti. Vogliamo sentire le idee e le proposte delle forze di opposizione, perché siamo convinti che le riforme si debbano scrivere insieme, maggioranza e opposizione”.

Renzi e Calenda: sì al sindaco d’Italia

Sul fronte opposto c’è chi scopre le carte, come Renzi e Calenda. “Le nostre idee sono semplici e chiare: sindaco d’Italia e superamento del bicameralismo perfetto. Abbiamo le carte in regola per dirlo forte e chiaro”, scrive sui social il leader di Italia Viva. Chi, come il verde Bonelli, sposta l’attenzione su altre priorità. E attacca ad alzo zero il governo, colpevole di guardare al presidenzialismo, anticamera di una pericolosa deriva autoritaria. Il Pda apre e chiude subito le porte. “Siamo un partito responsabile, per questo ascolteremo il governo”, dice Elly Schlein al termine della segreteria dem. Per poi accusare Palazzo Chigi di volere con le riforme sviare l’attenzione dalle priorità del Paese. Parola d’ordine realismo e cautela. Intanto i 5Stelle fanno sapere che, grazie alla modifica del calendario comunicata da Palazzo Chigi, Giuseppe Conte guiderà la delegazione al tavolo con il premier e il governo.

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