Roccella difende Lollobrigida: sì, c’è un’identità italiana da tutelare. Un auspicio legittimo
Ma l’espressione etnia italiana si può usare? Secondo una parte della sinistra il riferimento del ministro Francesco Lollobrigida è scandaloso e addirittura “criminale”. Così si è espresso infatti il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. Sarà bene allora citare per intero la frase sotto accusa: “Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura. Esiste però – ha detto il ministro agli Stati generali della natalità – una cultura, un’etnia italiana, quella che la Treccani definisce raggruppamento linguistico culturale, che immagino che in questo convegno si tenda a tutelare. Perché sennò non avrebbe senso”.
A difendere Lollobrigida scende in campo, con pacatezza, Eugenia Roccella, ministro della Famiglia e della natalità. Come giudica queste parole? Esiste davvero un’etnia italiana da tutelare? “Esiste un patrimonio di tradizioni, di cultura, che è il cuore pulsante di una nazione e ne custodisce l’identità. Ogni Paese ha il dovere di non disperderlo, il ministro Lollobrigida semplicemente ha espresso l’auspicio che anche in Italia questo patrimonio venga conservato”, ha detto Roccella all’Adnkronos.
E oggi in una intervista alla Stampa riepiloga le misure già adottate dal governo Meloni per la famiglia e per la natalità: “I fatti li abbiamo già realizzati. Altri hanno speso parole, noi un miliardo e mezzo nella legge di bilancio e altre risorse nei provvedimenti successivi. E abbiamo considerato i figli come criterio per ogni provvedimento, in tutti gli ambiti. Il desiderio di fare figli c’è, il nostro compito è assecondarlo aiutando le coppie e in primo luogo le donne a conciliare famiglia e impiego. Stiamo lavorando insieme al mondo produttivo e ai territori per incentivare i servizi e un’organizzazione del lavoro meno escludente per le madri”.
In merito alla trascrizione dei figli delle coppie gay, Roccella precisa che “tutti i bambini in Italia hanno pieni diritti, perché c’è la registrazione da parte del genitore biologico, come per i figli di mamme single. Per il partner, privo di legame biologico, il punto d’incontro è la sentenza della Cassazione che delinea una procedura semplice: l’adozione in casi particolari, una garanzia per il bambino che si una anche per le coppie eterosessuali. Altrimenti dovremmo riconoscere come legame il contratto di utero in affitto, cioè un reato…”
Utero in affitto? “La verità è che si vuole mascherare il punto fondamentale e cioè il passaggio di denaro e il contratto. Attraverso le clausole del contratto, sempre molto dure, il committente può chiedere alla gestante qualsiasi cosa, perché si tratta di un rapporto di mercato”.