Salone di Torino, bugie e veleni dagli scrittori rossi. Erri De Luca: “Meloni si tolga di mezzo”
Sono toni beceri e violenti quelli che questa mattina lo scrittore Erri De Luca, ex militante di Lotta Continua e firmatario di appelli per la scarcerazione del terrorista rosso Cesare Battisti, utilizza contro il governo Meloni in quello che dovrebbe essere un salotto culturale, il Salone del Libro di Torino.
Salone del Libro di Torino, i deliri di Erri De Luca
“Il governo Meloni deve togliersi di mezzo“, dice, come se la democrazia, in Italia, dipendesse dalle sue simpatie politiche. Cosa deve fare questo governo per il futuro?, gli viene chiesto oggi sulla Stampa. «Levarsi di mezzo». E dopo? «Se ho detto levarsi di mezzo, non c’è un dopo». Parole rozze, quasi minacciose, che vanno a parare su un ragionamento (si fa per dire) di tipo generazionale. «È essenziale che sia composto da gente con meno di vent’anni. I ragazzi devono andare a votare dai quattordici anni in poi. E i vecchi come me, invece, non devono andarci: devono smettere di prenotare il futuro degli altri».
Ovviamente Erri De Luca, presente al Salone Internazionale del Libro che si è aperto ieri, ha un libro in uscita e cerca spazi sui giornali per qualche copia in più. Per chi avesse voglia di legerlo, si tratta di Le regole dello Shangai (Feltrinelli), “una storia che si apre sul confine tra Italia e Slovenia. C’è una tenda tra i boschi, intemperie naturali. E due protagonisti: un anziano orologiaio e una gitana in fuga da un matrimonio combinato.
Anche Pif scende in campo contro La Russa
In cerca di gloria anche l’attore Pif, che invece di parlare di sè parla di La Russa, la seconda carica dello Stato ieri presente all’inaugurazione seminando a casaccio accuse e fake news. «Ignazio Benito Maria La Russa è diventato presidente del Senato, uno che sminuisce o nega i misfatti del fascismo. Vorrei avere il numero del medico personale di Sergio Mattarella per chiedergli: “Come sta il Presidente, tutto a posto?”». Questo il tono del suo intervento, giusto per dispensare pillone di saggezza e di cultura. Con qualcuno che al Quirinale, da ieri, grazie a Pierfrancesco Diliberto, 50 anni, palermitano, da ieri è costretto a indicibili gesti scaramantici.