Saranno segati 11 alberi secolari per onorare i partigiani: Giovanni Storti e Fabio Volo guidano la rivolta
I combattenti ambientalisti di sinistra contro i partigiani della Resistenza che vogliono un museo tutto per loro al posto dei glicini in fiore. Accade a Milano, a sinistra, dove è scattata una raccolta di firme “guidata” dall’attore Giovanni Storti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che al momento ha superato le 51mila sottoscrizioni della petizione on line promossa dal Circolo Ex combattenti e reduci e dall’associazione «Giardini in transito» per difendere dalle motoseghe il maestoso glicine che ricopre uno dei due caselli daziari di Porta Volta, nel quartiere Sarpi-Garibaldi.
Il museo dei partigiani a Milano e la rivolta degli attori
“Quattro grandi tigli pluridecennali, il glicine storico del Circolo degli Ex Combattenti di Piazza Baiamonti, un grande nespolo e altri alberi che sono parte integrante del paesaggio del quartiere Sarpi-Garibaldi e del giardino comunitario dedicato testimone di giustizia Lea Garofalo, potrebbero essere abbattuti tra poco più di un mese – è scritto nella petizione – . Il progetto definitivo della seconda piramide di piazza Baiamonti, futuro museo nazionale della Resistenza, da poco reso pubblico nei dettagli esecutivi, sembra non avere tenuto conto della primaria esigenza di preservare la natura urbana esistente, come era stato dichiarato in occasione della presentazione del progetto preliminare, e il fondamentale diritto degli abitanti di Milano e del quartiere Sarpi-Garibaldi di verde pubblico, alberi, ombra e aria pulita.E cosi ben 11 alberi dovranno essere sacrificati, non per una loro inconciliabile interferenza con gli spazi del futuro museo ma piuttosto perché in fase di progettazione non si è data importanza agli elementi naturali presenti sul sito…”.
La lite a sinistra tra ambientalisti e partigiani
Giovanni Storti, lunedì, come racconta il Corriere della Sera, lunedì accoglierà con centinaia di cittadini funzionari del demanio che si presenteranno per riprendere possesso dell’area verde, affittata al circolo nel 2013, e per consegnarla all’impresa costruttrice. «Tutti vogliamo il Museo della Resistenza, sono quasi 80 anni che Milano lo aspetta. Ma i progetti urbanistici andrebbero fatti pensando innanzitutto al luogo che dovrà accoglierli», protesta Giovanni Storti, capofila di una crescente fila di personaggi popolari, tra i quali il cantante Elio Belisari (Elio e le Storie Tese) e lo scrittore Fabio Volo.
Sempre sul Corriere gli ambientalisti si difendono così: “Vogliamo il museo — assicura il capogruppo in Comune di Europa Verde, Carlo Monguzzi —. Ma non è vero, come sostiene il sindaco, che non può coabitare con il glicine. Alcuni architetti ci hanno spiegato che basterebbe apportare piccole modifiche poco costose, come un paio di asole, al progetto».