Senato in festa per i suoi 75 anni. Meloni: “Celebrarlo vuol dire ricordare radici e Costituzione”
Sono passati 75 anni dalla storica prima seduta del Senato della Repubblica dell’8 maggio 1948. E per celebrare solennemente quello che, come ha ribadito il suo presidente Ignazio La Russa aprendo i festeggiamenti per la ricorrenza, «è ancora oggi presidio della libertà basata sui valori della Costituzione», oltre al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e al premier Giorgia Meloni, sono stati moltissimi i volti delle istituzioni e della politica presenti in aula. Tra loro, la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra. La senatrice a vita Liliana Segre. E poi Gianfranco Fini. Pier Ferdinando Casini. Matteo Renzi. Maurizio Gasparri. Gennaro Sangiuliano. Anna Maria Bernini. Daniela Santanché.
75° anniversario della prima seduta del Senato, Meloni: «Presidio della democrazia e in rappresentanza del popolo sovrano»
Un momento di riflessione storica tributato a un anniversario importante e significativo per la nostra Repubblica, quello che si è celebrato anche in musica, di cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto sottolineare la profondità politica e il simbolismo sempre attuale. Note fondanti che nel corso del decenni hanno acquisito nuova linfa vitale e smalto istituzionale. E allora: «75 anni fa la prima seduta del Senato della Repubblica», ha ricordato via Twitter il premier. Proseguendo poi con il sottolineare: «Celebrare oggi questa giornata vuol dire ricordare le nostre radici. La nostra Costituzione. E il ruolo fondamentale che svolge il Senato repubblicano a presidio della democrazia e in rappresentanza del popolo sovrano».
Senato in festa, Mulè: «Un baluardo in difesa di giustizia, equità e pluralità di opinioni»
Quel popolo che, ha ribadito poi il vicepresidente della Camera e parlamentare di Forza Italia Giorgio Mulè, a margine delle celebrazioni, può guardare tutt’oggi al Senato come a «un baluardo della democrazia e della pluralità di opinioni. Il quale garantisce che le leggi emanate dal nostro Parlamento siano frutto di un dibattito critico e approfondito. Nel rispetto della costituzionale separazione dei poteri». Concludendo: «La celebrazione di questo avvenimento ci riporta alla responsabilità che abbiamo come rappresentanti del popolo italiano. Consapevoli della nostra missione di far evolvere la nostra democrazia. E di fare il possibile per renderla più giusta, equa e partecipata possibile».
Una celebrazione tra riflessione storica e omaggi in musica
Una celebrazione, quella di oggi, che ha riservato grande spazio alla musica, con l’esibizione di Gianni Morandi. E allora, in scaletta per il concerto in onore della ricorrenza, prima l’Inno di Mameli. Poi un medley di alcune canzoni che ripercorrono la storia del nostro repertorio pop che ha riproposto brani celebri e familiari per tutti: da Un mondo d’amore a Fatti mandare dalla mamma – «richiesta dal presidente La Russa», ha precisato Morandi –. Passando da un omaggio a Lucio Dalla con Caruso, fino a C’era un ragazzo che come me, che nel 1966 fu «censurata da una seduta parlamentare».
Zullo (FdI): nelle canzoni, la valorizzazione dei valori fondanti della nostra Repubblica
Brani che – ha commentato il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo, capogruppo in commissione Sanità di Palazzo Madama – per sua stessa ammissione lo hanno commosso «al punto da farmi scappare qualche lacrima durante la celebrazione del 75esimo anniversario della prima seduta del Senato della Repubblica». E canzoni in cui, ha proseguito il senatore di FdI, «oggi mi era facile cogliere la valorizzazione dei valori fondanti della nostra Repubblica quali l’amore e il rispetto per l’altro. La libertà e la negazione della guerra. Ed, infine, la forza di non arrendersi mai di fronte alle difficoltà».
Senato, il ministro Calderoli: «Un luogo dove ogni giorno sento pulsare il cuore democratico della Repubblica Italiana»
Commozione che il ministro Calderoli ha affidato invece a una nota in cui ha espresso a chiare lettere quello che è il suo «rapporto d’affetto che va oltre ogni retorica con questa istituzione che ho l’onore e il privilegio di servire ininterrottamente dal 2001». Ossia, «da sei legislature, inclusa quella attuale, e che ho avuto l’onore e il privilegio di presiedere da vice presidente ben quattro volte, per circa 16 anni». E ancora. «Ho visto nascere tante leggi, qui a palazzo Madama, che hanno cambiato la vita di ogni cittadino. La vita del nostro Paese. Ricordo le tante votazioni notturne, le “maratone” per le manovre economiche. Le tensioni quando i governi “cadevano” in questo emiciclo… Ma anche il momento, recente, dell’Aula vuota per la pandemia, e dei posti distanziati. Insomma – conclude la nota del ministro leghista – un luogo dove ho trascorso e trascorro un pezzo importante della mia vita. E dove ogni giorno sento pulsare il cuore democratico della Repubblica Italiana».
E alla fine della festa il Tricolore resta in Aula
Una festa, insomma, quella che si è celebrata oggi, che ha celebrato con toni solenni e note personali, il valore della democrazia e l’importanza del suo luogo simbolo, presidio di confronto e libertà. Quindi, a festa finita e a riflettori spenti, la decisione riportata dall’Adnkronos da fonti del Senato e che, per l’agenzia di stampa, porterebbe la firma del presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa: la fascia tricolore che oggi ha trovato posto in Senato per la ricorrenza dei 75 anni dalla prima seduta dell’istituzione repubblicana, resterà nell’emiciclo.