Silvio Garattini: “Non esistono droghe leggere, tutte creano dipendenza. Sono una schiavitù”
Salutista e in ottima salute, alle soglie dei 95 anni, Silvio Garattini da 60 anni studia farmaci ma non prende neppure un’aspirina. Anche se in caso di tumore, accetterebbe la chemio, nonostante i danni collaterali che provoca. Presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri (“cominciai il 1° febbraio 1963”), intervistato dal Corriere della Sera, fa il punto su ricerca scientifica, covid, tumori, industrie farmaceutiche.
Garattini: non esistono droghe leggere, tutte creano dipendenza
A che le serve studiare le medicine se non le prende? “Serve a chi ne ha bisogno”, risponde il ricercatore, contrarissimo all’omeopatia. “Senza dubbio. Chi acquisterebbe l’Amarone omeopatico? Conosciamo tutti la differenza fra l’acqua e il vino”. Non apprezza i medici fumatori, “quelli che fumano, bevono e sono obesi diventano un alibi per gli assistiti”. Per non parlare delle droghe. Sul campo delle tossicodipendenze è tassativo. “Non esistono droghe leggere. Tutte creano dipendenza. Sono una schiavitù”. E aggiunge: “I dati sulle acque reflue di Milano parlano di 12 abitanti drogati ogni 1.000, ma a mio parere sono sottostimati”.
“Arriveremo a sconfiggere il cancro, ma non oggi”
A capo della più grande fondazione di farmacologia che esista al mondo, Garattini è convinto che si arriverà a sconfiggere il cancro, “progrediamo”, dice, “ma non siamo al giorno prima”. Sul covid è cauto. “Apparentemente ce ne siamo liberati. Ma nessuno può dirlo in modo definitivo. Il virus circola ancora in molti Paesi, il che ci espone ad altri rischi. Io ho fatto le tre vaccinazioni e la bivalente contro le varianti di Omicron”. Compito non da poco quello dell’istituto Mario Negri: la ricerca sui medicinali e formazione. Se un prodotto fa male? “Nel 1993 feci togliere 3.000 miliardi di lire all’industria farmaceutica. La spesa pubblica calò da 12.000 a 9.000 miliardi. Per mantenerci indipendenti, non brevettiamo. Eliminando la metà delle medicine in commercio. Per i malati non cambierebbe nulla e risparmieremmo 4-5 miliardi di euro su un’uscita annua di 22. Basterebbe rivedere il prontuario terapeutico, mai aggiornato dal 1993”.
Il mercato punta sul volume e non sulla prevenzione
Il riferimento è chiaro. C’è una lunga lista. Dimagranti, antiossidanti, epatoprotettori, immunostimolanti. Vasodilatatori, antiradicali liberi, vitamine per la memoria, integratori alimentari a base di minerali, amminoacidi ed erbe. “Il mercato punta solo sui volumi. Ogni anno muoiono 180.000 italiani. La prevenzione eviterebbe il 50 per cento delle malattie croniche e dei tumori”. Memorabile la sua bocciatura del metodo Di Bella. “Resto del mio parere: quel medico diffuse informazioni sbagliate, che impedirono a molti pazienti oncologici di sottoporsi alle terapie più appropriate”.
Utero in affitto o gestazione surrogata? Che nome usare? “Mah, è una faccenda complicata. Non ho ancora un’idea precisa. Devo studiare…”. Nel frattempo che fare? “Non mi pare giusto condannare i bambini per le scelte dei genitori”. Avere un figlio è un diritto? “No. Si può adottarlo”, risponde senza esitazione.