Sindaci: il Pd punta sui ballottaggi, ma Conte ha tutto da perdere dall’effetto-Schlein
C’è giusto lo zuccherino della vittoria di Brescia a rendere meno amaro per il Pd il risultato delle amministrative di ieri e l’altro ieri. Apposta Elly Schlein non ha perso neppure un secondo a congratularsi con la neo-sindaca Laura Castelletti, profilo di sinistra-sinistra, in ogni caso ben più marcato del suo predecessore Emilio Del Bono. Le soddisfazioni elettorali per la leader dem, però, finiscono qui. Anzi, c’è di che preoccuparsi in vista dei ballottaggi che si svolgeranno fra meno di due settimane, considerando il conflitto a bassa intensità in corso tra la stessa Schlein e Giuseppe Conte. È soprattutto quest’ultimo a stare sulle sue temendo che un più stretto rapporto con il Pd possa allontanare quella parte di elettorato grillino ancora sensibile alla retorica dello “splendido isolamento“.
Conte guarda alle Europee del 2024
In vista delle elezioni europee, l’ex-premier non può certo permetterselo. La Schlein ha invece l’esigenza opposta. A lei spetta infatti l’onere di allestire una coalizione per dimostrare coi fatti di essere in grado di rappresentare un’alternativa a Giorgia Meloni e al centrodestra. Perciò ha fretta e vorrebbe cominciare subito, dai ballottaggi, mettendo insieme 5Stelle e Pd. L’obiettivo è ripescare la formula lettiana del campo largo e sventolarla come il vessillo della possibile riscossa. Al momento, tuttavia, l’unica città in cui l’intesa al secondo turno evidenzia quale profilo di probabilità è Brindisi.
Dem fermi al “campo largo”
E solo perché il Pd, come sottolinea Repubblica, «ha rinunciato all’uscente dei Verdi, Riccardo Rossi, per regalare il candidato ai 5Stelle, con Roberto Fusco». Laddove invece i due partiti non corrono insieme, la praticabilità di un accordo è tutta da verificare. Lo stesso giornale ventila la possibilità di un incontro a breve tra Schlein e Conte, ma al momento sono solo voci. Insomma, gira e rigira si finisce per tornare sempre all’appuntamento elettorale europeo del 2024. I rapporti di forza si misureranno lì. E tutto lascia pensare che Giuseppi non abbia perso la speranza di poter sorpassare il Pd. Per questo è il più interessato a smentire l’esistenza di un imminente effetto-Schlein. Insomma, meglio perdere Ancona che fare il secondo a sinistra.