Un Trudeau tutto da ridere, dalle gaffe sui neri e a quelli sui turbanti. Pedrizzi: “E critica la Meloni…”
“Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, che al G7 di Hiroshima ha criticato Giorgia Meloni per le sue presunte ostilità nei confronti della comunità Lgbtq non ha né lo spessore internazionale né la credibilità per potersi permettere di criticare il premier di un altro Paese né per potersi ingerire negli affari di uno Stato sovrano”. Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, già senatore e presidente della Commissione Finanze Tesoro di Palazzo Madama, che elenca una lunga serie di incidenti e “gaffe” di questo personaggio ben note ai media canadesi.
Tutte le figuracce internazionali di Trudeau
“Qualche tempo fa fece scalpore la scoperta che il primo ministro canadese aveva impersonato, da giovane, personaggi di origine africana colorandosi il viso di nero e indossando gli abiti “appropriati”. Lo faceva per divertimento e si giustificò così: ‘Non mi rendevo conto del significato di una faccia bruna o nera’. Justin Trudeau- prosegue Pedrizzi- è noto anche per il comportamento da lui tenuto nel corso di un suo viaggio in India, dove ai vari incontri si presentava ogni volta ai suoi anfitrioni locali con indosso il colorato, sontuoso, elaborato abito cerimoniale della particolare regione indiana in cui si trovava, come se si stesse recando a una recita ‘bollywoodiana’. Trudeau è un entusiastico sostenitore del mondialismo e del multiculturalismo di Stato, tanto da aver nominato come ministro canadese della difesa un Sikh con turbante, Harjit Sajjan appartenente alla casta superiore Jatt; la casta guerriera che sia in Punjab sia in Canada è in posizione dominante sul resto della comunità `Punjabi`. Per Trudeau, evidentemente, il turbante e la maniera particolare di vestirsi dei Sikhs canadesi sono semplice abbigliamento. Non sa evidentemente che riflettono un’identità etnica, religiosa, nazionale ben particolare. Ma semplice abbigliamento erano per lui anche gli elaborati costumi tradizionali che aveva voluto di volta in volta indossare, insieme con la consorte e i figli, durante quel suo viaggio ufficiale in India. Trudeau, negli abiti tradizionali, che ogni volta vestiva visitando questa o quella regione dell`India, non coglieva né sapeva nulla del loro passato, tanto meno coglieva che rappresentava quell’abbigliamento l`identità di etnie spesso in conflitto tra loro e provviste, ciascuna, di un forte sentimento di appartenenza e di orgoglio”.
Il “mondialista” criticato dai patriottici canadesi
“Si direbbe che a un Trudeau fortemente mondialista e antisovranista, esaltatore dei diritti individuali, i valori collettivi dicano assai poco e tanto meno per lui conta il passato nazionale che pesa fortemente sugli individui che si identificano con una terra particolare: la patria, grande o piccola ch`essa sia. Comprensibili quindi le critiche che su Trudeau continuano a piovere dagli ambienti patriottici del Québec, i quali vedono che il principio dei due popoli fondatori, un tempo in auge, è stato fatto a pezzi da un multiculturalismo che vede i ‘francesi canadesi’ ridotti al rango di semplice tessera del colorato mosaico confederale. Secondo la giornalista Denise Bombardier Justin Trudeau “ha trasformato la società canadese in una avanguardia mondiale del multiculturalismo angelico”. Per queste, e per tante altre ragioni, le critiche di Trudeau alla Meloni possono quasi rappresentare una medaglia al petto per il nostro premier”, conclude Pedrizzi.