Usigrai, ammanco di 100.000 euro nei conti del sindacato rosso. Caccia al forziere in cui è finito il denaro
Un ammanco di denaro, valutato in maniera spannometrica fra gli 80.000 e i 100.000 euro, è stato scoperto “all’esito di una verifica contabile condotta sulla giacenza del conto corrente del sindacato Usigrai” e “il responsabile dell’illecito – spiega l’Associazione sindacale in un comunicato asciutto ma, comprensibilmente, doloroso – è stato individuato, sulla base di una serie di riscontri oggettivi, in un collaboratore dell’Usigrai che è stato sospeso“.
La persona che l’Usigrai ritiene di aver individuato come responsabile dell’ammanco sarebbe un impiegato storico del sindacato – 30 anni di servizio, in pensione da un anno – persona rigorosa che avrebbe lavorato gomito a gomito con tutti i segretari dell’Associazione sindacale. Nomi storici della sinistra telecatodica come Beppe Giulietti, Roberto Natale, Vittorio Di Trapani e Daniele Macheda. Che era atteso, questa mattina in Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai, convocato come tutti i rappresentanti degli altri sindacati di viale Mazzini, ma ha dato, inspiegabilmente, forfait. “Per motivi personali“, ha spiegato ai membri della Commissione il presidente lasciando aleggiare il sospetto che c’entri qualcosa l’imbarazzante questione dell’ammanco.
La clamorosa vicenda ha, naturalmente, creato un putiferio dentro la Rai e sulle chat interne compulsate furiosamente dalle migliaia di giornalisti rappresentati dal sindacato, increduli che il tesoretto delle quote pagate in percentuale sullo stipendio, sia stato dirottato nelle tasche di qualcun altro. Chi è ancora presto per dirlo.
Tra risatine e sgomitate complici nei corridoi di viale Mazzini non sono molti a credere alla faccenda come è stata raccontata.
L’Usigrai si dichiara “parte offesa“. E, sotto questa veste, riservandosi “di esercitare ogni diritto a tutela degli iscritti e del sindacato” ha immediatamente presentato “una dettagliata denuncia querela alla Procura della Repubblica di Roma“, riferisce l’esecutivo dell’Usigrai – 11 giornalisti – in una nota in cui si precisa che “al Collegio dei garanti dell’Usigrai è stato affidato il compito di effettuare nella massima trasparenza ogni verifica interna“.
Il Secolo ha sentito Ezio Cerasi, sindacalista Usigrai, giornalista della Tgr Abruzzo ed uno dei tre del Collegio dei Garanti assieme a Daniela de Robert e Lida Galeazzo.
Cerasi spiega intanto che l’Usigrai, essendo un’associazione privata come tutti i sindacati non ha revisori dei conti ma un segretario amministrativo “che sono io”.
“Si fanno le rendicontazioni, le uniche entrate sono quelle delle quote degli iscritti, non abbiamo altre entrate”. E sono appunto le quote degli iscritti che si sono volatilizzate.
“Noi rappresentiamo circa 2.000 giornalisti, non ricordo con precisione perché ci sono turnover e altro”, aggiunge Cerasi.
Gentilissimo, Cerasi si irrigidisce quando si tocca il tasto dell’ammanco Usigrai: “guarda c’è un comunicato varato poco fa, quello è il comunicato e non ho altro da aggiungere…”.
“C’è una querela, c’è un comunicato, sono un garante, c’è un esecutivo che, all’unanimità, lo ha approvato. Fine”.
Di che cifra si parla? “Non posso dire altro”. Dove si presuppone siano finiti questi soldi? “Non posso dire altro”. Questa persona che è stata individuata e sospesa era un dipendente Usigrai oppure era in pensione? “È un collaboratore come è scritto sul comunicato al quale io mi attengo. Sono un garante. Io non ti dirò, non voglio dirti nulla di più di quel comunicato”.