Verona, “effetto Tosi” anche in provincia: al ballottaggio di Sona, Lega e Pd contro FdI
“Indovina chi li appoggia al ballottaggio?”. Cominciamo parafrasando il titolo del film diventato immortale per aver sdoganato i matrimoni tra bianchi e neri in un’America (e parliamo degli anni ’60) ancora flagellata dal tarlo del razzismo. Nel nostro caso, per fortuna, la situazione è molto più semplice, per quanto c’entri comunque un’abbinamento sorprendente: quello tra dem e leghisti in quel di Sona, nel Veronese. Lì, infatti, in vista del ballottaggio di domenica prossima, il salviniano Gianfranco Dalla Valentina (27,7 per cento al primo turno) incasserà il sostegno, con tanto di apparentamento ufficiale, della terza classificata.
Il meloniano Busatto è il più votato al primo turno
E qui scatta il punto di domanda mutuato dal film diretto da Stanley Kramer. L’insospettabile ausiliatrice è infatti la dem Monia Cimichella che, forte di un ragguardevole 25,7 per cento, ora può fare la differenza. E stroncare al ballottaggio le ambizioni di Corrado Busatto, vincitore del primo turno con il 38,4 per cento. Busatta è di Fratelli d’Italia. E Sona è uno dei pochi comuni dove il centrodestra è andato diviso. Capitò anche a Verona, per la rivalità tra due ex-sondaci, Sboarina e Tosi. E così ora tutto dipende, almeno sulla carta, dai voti della Cimichella, anche lei a capo di uno schieramento civico ma infeudato da iscritti al Pd di Elly Schlein. Camuffato, più che altro.
Ma al ballottaggio i voti non si sommano
Tanto è vero che sui social già impazzano vignette e meme che raffigurano i protagonisti dell’inedito connubio nell’atto di sventolare le rispettive bandiere. Chiaro il sotto testo: come potrebbero governare veramente in caso di vittoria? Inutile rimarcare come la strana coppia (altro titolo di altrettanto celebre film americano) stia creando non pochi imbarazzi alle rispettive segreterie provinciali. Tanto la Lega quanto il Pd tendono a minimizzare e aspettano il risultato del ballottaggio per prendere posizione. Ma la politica, si sa, non va sempre sottobraccio all’aritmetica. Nessuno può garantire che i voti di Salvini vadano a sommarsi con quelli della Schlein. Anzi, è più facile che accada il contrario. Con il rischio che alla festa apparecchiata da dem e leghisti non si presenti nessuno.