Violenza a Milano, Albertini dà la sveglia a Sala: “Vent’anni fa agimmo quasi militarmente”

8 Mag 2023 15:18 - di Sara De Vico

“Anche dopo 20 anni non vedo soluzioni diverse rispetto a quando ero sindaco di Milano. Credo serva un profilo per così dire ‘militare’, per poter affrontare la diffusione della criminalità predatoria, come stiamo assistendo. Reati come violenze, sessuali, scippi, furti sono aumentati e danno una forte inquietudine sociale”. A parlare è Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, che interviene pesantemente sull’emergenza criminalità nel capoluogo lombardo. Teatro quasi quotidiano di violenze e stupri, anche in zone centralissime come la stazione. In poco più di un mese sono sei i casi di donne violentate, una media di una stupro ogni sei giorni. L’ultimo caso è avvenuto la scorsa notte, quando una donna di 31 anni è stata abusata nei bagni di una discoteca di via Padova.

Violenza a Milano, Albertini: bisogna agire militarmente

La ricetta per Albertini resta la repressione e il controllo del territorio. Con buona pace del sindaco Beppe Sala che ha sempre negato l’emergenza salvo ammettere fuori tempo massimo l’evidenza dei fatti. Solo dopo gli ultimi casi di stupro ha detto di essere pronto a collaborare per il bene di Milano con il capo del Viminale, nonostante gli opposti versanti politici. Per l’ex primo cittadino milanese del centrodestra si può parlare di rigenerazione delle periferie con attività sociali, insediamenti commerciali. “Ma il primo fronte è quello della repressione, della prevenzione e del controllo del territorio”.

Più forze dell’ordine e controllo del territorio

Che tradotto significa: più forze dell’ordine e più sorveglianza. Compresa la polizia locale. “Il vigile di quartiere – spiega Albertini ricordando la sua esperienza personale – che entrò in servizio con noi, proseguì in parte con Moratti, più recentemente sembra si sia un po’ perso di vista. Mentre è importante. È necessario tutelare la polizia locale con investimenti adeguati e formazione. Altrimenti le forze sindacali si muovono e si rischia di tornare indietro. Io ricordo che quando sono arrivato i vigili che erano in ufficio erano i due terzi dell’organico. Assurdo. Avevano dei contratti che consentivano a neo assunti, dopo 12 anni, di fare i servizi esterni solo su base volontaria. Ed è chiaro che nessuno voleva andare a prendere il freddo e gli schiaffi per fare un lavoro per cui si era pagati come un impiegato in divisa”.

“Dedicammo il massimo impegno a riorganizzare la polizia locale”

L’amministrazione di centrosinistra dovrebbe prendere esempio da chi in passato non ha esitato a intervenire con le maniere forti. “Noi come amministrazione dedicammo il massimo impegno alla riorganizzazione della Polizia locale allora municipale. In 18mesi di sciopero due precettazioni. E in quasi due anni finalmente riuscimmo a mettere i vigili in strada. E a realizzare il progetto del vigile di quartiere, il piano urbano della luce con oltre 60mila punti luminosi in più nella città e le telecamere. Divenne la città più sorvegliata d’Italia. Noi agimmo così, con un profilo molto militare, con una richiesta di presidio forte del territorio da parte delle forze dell’ordine. Indirizzi, misure validi allora e validi anche oggi anche perché ora si fronteggia anche la questione immigrazione”.

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