Zerocalcare si crede Gramsci: “Gli intellettuali di destra sono aberranti, a sinistra si sono fatti i c…i loro”
Il fumettista Michele Rech, meglio conosciuto come Zerocalcare, ormai si sente Gramsci. Complice la platea del Salone del libro e le domande tendenziose di Repubblica, schiera il suo Armadillo contro il “pericolo fascista” e l’egemonia culturale della destra.
«Ho la fortuna di vivere scrivendo e vendendo libri, non dipendo dalla benevolenza del governo di turno. Tuttavia, questa ossessione per l’egemonia culturale da riconquistare è il terreno su cui sono più pronti a lottare», dice a Fabio Tonacci Repubblica il quarantenne fumettista di Ponte Mammolo.
«A leggere chi era invitato agli Stati generali della cultura a Roma, sotto l’egida del ministro Sangiuliano, si capisce quale sia l’obiettivo. Difficile che questo governo possa uscire dall’Alleanza atlantica oppure rovesciare la politica economica dell’Italia, ma sul terreno della cultura hanno un personale che da 80 anni sta in panchina. Gruppi musicali, filosofi, scrittori che per me sono aberranti ma che però ci sono e sono seguiti”, aggiunge.
Zerocalcare parla per frasi fatte da fumetto
«Il nome di punta che sono riusciti a tirare fuori per la loro riscossa culturale al Salone di Torino – sottolinea Zerocalcare – è Alain De Benoist, considerato un faro dai neonazisti europei». Da come parla, Michele Rech, che pure conosce bene il francese avendo studiato all’esclusivo liceo Chateaubriand, non ha mai letto De Benoist. Parla insomma per frasi fatte, da fumetto. Palesando anche una certa ignoranza.
Concede tuttavia che l’egemonia culturale della sinistra c’è stata in questi anni. Ma quasi a loro insaputa. «È vero – prosegue poi – che in tutti questi anni i posti in un certo ambiente erano occupati spesso da persone che guardavano allo schieramento politico di sinistra, però non hanno determinato un’egemonia culturale, si sono fatti largamente i cazzi loro…la vittoria del centrodestra alle ultime elezioni dimostra quale sia veramente il sentimento dominante in Italia».
La cieca difesa del compagno Cospito: “Le sue bombe non hanno ammazzato nessuno”
E sulle colpe della sinistra aggiunge: «Non è riuscita ad avvicinare le persone che si riconoscono in certi ideali, trasmettendo loro un senso di smarrimento e di sfiducia verso la capacità della sinistra di prendersi in carico le questioni che riguardano la società». Zerocalcare torna poi sul tema che gli è caro negli ultimi tempi, Alfredo Cospito detenuto al regime del 41 bis.
«Più che altro ancora oggi c’è chi mi scrive che sono amico della mafia, perché critico il carcere duro e l’applicazione a Cospito. Ricordo, in quel processo non è stato condannato per fatti di sangue ma per degli ordigni nei cassonetti che non hanno ferito nessuno». Zerocalcare omette (volutamente?) di citare l’attentato terroristico al manager dell’Ansaldo Adinolfi e che quegli ordigni potevano causare una strage. Non a caso Cospito è stato condannato all’ergastolo. Spiegatelo a Zerocalcare: magari fategli un disegnino.