A Fenix intelligenza artificiale e post umano: giornalisti, teologi, politici e giuristi a confronto

30 Giu 2023 21:31 - di Alessandra Parisi

A Fenix riflettori puntati sull’intelligenza artificiale e i suoi inimmaginabili contraccolpi sulla società fino al rischio di un futuro transumano. È una deriva incontrollabile, un pericolo incombente o una opportunità? La seconda giornata della kermesse di Gioventù nazionale dedica un dibattito a 360 gradi a una delle sfide più aperte e difficili dell’attualità.

Fenix, viaggio intorno alla intelligenza artificiale

Dopo la premessa di Guido Cabrele (che ha sottolineato la necessità di “cavalcare la tigre” della tecnologia che deve restare strumento dell’uomo e non viceversa) si alternano al microfono il sociologo Guerino Bovalino, il giornalista Francesco Borgonovo, il teologo Paolo Benanti, il giurista Andrea Giordano, il responsabile dei sistemi informativi e innovazione tecnologica dell’Università D’Annunzio, Antonio Teti e l’editore e deputato di FdI Alessandro Amorese. Tante le suggestioni e i problemi sollecitati dal moderatore Carlo Andreoli: dalla manipolazione dell’informazione ai contraccolpi epocali sul mondo del lavoro (nel 2025 circa 85milioni di persone nel mondo saranno sostituiti da lavori dell’intelligenze artitificiali). Dalla dipendenza psicologica al tema dei confini etici.

La deriva robotica e il post umano

Bovalino vede nell’attuale tecnologia quel salto di qualità di cui parlava già McLuhan negli anni ’60. E sottolinea le modifiche dell’habit sociale che hanno sempre hanno accompagnato l’avvento delle nuove tecnologie. Viste con sospetto e perfino terrore. “Quando nacque la tv si pensava fosse una nuova forma di male. Oggi – dice il sociologo – per la prima volta sentiamo che quello che è dentro la tecnologia, la magia, la seduzione e la potenza, non sia più nelle nostre mani”. Il punto, pero, non è l’esproprio dell’umano ma semmai la costrizione a vivere la stessa narrazione, sempre identica,  del politicamente corretto e del mainstream. Nessuna demonizzazione della tecnologia, a patto che la macchina resti uno strumento umano.  ” La sinistra ha perso la sfida del tempo demonizzando la televisione. Sfida che invece la destra ha vinto, anche con internet, riuscendo a creare isole di contro-cultura e contro-egemonia”.

Borgonovo: la rivoluzione tecnologica è inarrestabile

“Mi è nemico il microfono figuriamoci l’intelligenza artificiale”, dice Borgonovo che non crede alla possibilità di poter fermare le macchine, così come è accaduto con la rivoluzione digitale che ha vinto. “Il tramonto dell’occidente è l’uomo chino sul suo cellulare. E nessuno si ribella”, dice il giornalista spostando l’attenzione sul possesso dei mezzi di produzione. La Cina, gli Usa, lo stesso Elon Musk che dispensa perle di umanesimo, stanno tracciando il perimetro della vostra libertà. “Non si governano le tecnologie, si può cercare di parare il colpo,  ma la gran massa delle persone subirà contraccolpi pesantissimi”. Parola d’ordine: subire il meno possibile, a livello personale ridurre l’uso della tecnologia, a livello statale concentrarsi sul possesso dei mezzi di produzione (“Lo Stato potrebbe fare un amazon nazionale o un e- commerce gestito dal pubblico”).

Il linguaggio dell’etica e il rispetto del limite

Benanti, invece, si concentra sulla necessità di affiancare l’etica alla tecnologia con la creazione di un linguaggio nuovo, l’algoetica. Fondamentale il recupero del concetto di limite che non è soltanto una frontiera ma che determina l’identità. Strategico anche il versante del diritto, affrontato da Giordano, per “creare un reticolato di limiti e possibilità”. “Il diritto è specchio dell’uomo, nasce con l’uomo e per l’uomo. Se non ponesse vincoli alla tecnologia diverrebbe anti-umano. Il giurista deve avere un atteggiamento di apertura, ma condizionata,  intorno a un sistema di regole chiare e coerente. L’Europa ha dato i primi segnali con la proposta di un regolamento e l’Italia sta cercando di fare altrettanto. Molto ha fatto la giurisprudenza che è avanti rispetto al diritto scritto. Molto hanno fatto i giudici ordinari sul diritto del lavoro”.

Il condizionamento psicologico delle tecnologie

Particolarmente suggestivo l’intervento di  Venanzoni che  affronta il tema dell’intelligenza artificiale sotto la lente della magia guardando allo sviluppo tecnico come a un antico incantesimo.  Per Teti l’idea di un’intelligenza artificiale senziente è una fanfaronata. “Non si arriverà mai a una piattaforma che provi emozioni, perché si basa sugli algoritmi che sono una sequenza di istruzioni finite. Non sono animate da spiriti maligni ma da esseri umani. Il tema è piuttosto quello del condizionamento psicologico delle tecnologie. Che sono sempre governate dall’uomo, è solo l’uomo che decide come utilizzarle”.

“Se non poniamo dei limiti saremo travolti”

Amorese sottolinea la molteplicità degli aspetti connessi con la robotica e l’intelligenza artificiale. sociali, culturali, morali e tecnici. “Non si tratta di demonizzare o di essere neoluddisti – chiarisce il parlamentare di FdI – il punto dirimente ruota intorno al confine. Se oggi non poniamo dei limiti tra decenni verremo travolti”.  Al momento esiste un’ideologia transumanista ma non un pericolo reale, sostiene Amorese che si concentra sui rischi attuali di una deriva già presente negli Stati Uniti, dove con il riconoscimento facciale le aziende arrivano a scartare gli aspiranti candidati perché ritenuti inadatti dall’algoritmo.

Maggiore è il rischio più alta deve essere la prevenzione

Stessi rischi sul fronte della medicina, dove va bene l’utilizzo del robot nelle sale operatorie ma non nelle diagnosi. O per la prevenzione degli incidenti nelle centrali nucleari. La bussola deve essere la riduzione totale del rischio. “Maggiore è il rischio più alta deve essere la prevenzione. Che sia attraverso un’authority o una società che opera per conto degli Stati”. Ultimo ma non ultimo l’aspetto ideologico. “Abbiamo una storia vera di sangue e sudore, che non nasce in laboratorio. Per questo siamo assolutamente contrari al post-umanesimo o trans-umaneismo. L’uomo deve restare al centro dei processi del mondo”.

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