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Bassetti De Donno

Bassetti, il commento che mortifica la memoria di De Donno: “Fu divisivo, chi lo celebra sbaglia”

Cronaca - di Prisca Righetti - 22 Giugno 2023 - AGGIORNATO 22 Giugno 2023 alle 16:39

Mentre la Camera dei deputati si prepara ad ospitare per lunedì prossimo (26 giugno ndr) la presentazione del Premio De Donno 2023, Matteo Bassetti interviene per commentare l’evento in programma e mette in discussione la figura dell’ex primario di pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova. Di colui che è riconosciuto come il padre della terapia anti-Covid con il plasma iperimmune. Il professionista morto suicida nel 2021 a 54 anni, impiccandosi nella sua abitazione. Un commento, quello che l’infettivologo del San Martino di Genova ha rilasciato all’Adnkronos Salute, che mette ingiustamente in discussione ruolo e meriti raggiunti dal medico in vita, e che passa irrispettosamente oltre l’impatto emotivo che la sua scomparsa ha suscitato.

Da Bassetti un inappropriato commento su De Donno

«Sono passati tre anni e questo Paese non è stato in grado di dare un premio ai medici impegnati in prima linea contro il Covid. Mentre la Camera dei deputati ospita invece la presentazione del Premio De Donno 2023: un medico divisivo. E chi lo celebra sbaglia». Un giudizio tranchant, quello di Bassetti. Parole che ledono operato in vita e memoria di un uomo. Di un medico, che nei mesi caldi della pandemia è diventato il simbolo della lotta al virus condotta con il plasma prelevato dagli infettati e guariti. E poi trasfuso nei malati. Un professionista, De Donno, la cui battaglia per imporre la terapia aveva suscitato molte polemiche che lo avevano reso il bersaglio di una pressione mediatica e di attacchi pesanti, anche all’interno della comunità scientifica.

«Fu divisivo, la politica che lo celebra sbaglia»

Così oggi Bassetti, commentando all’Adnkronos Salute l’evento di lunedì alla Camera, dedicato a De Donno, torna su quel dibattito. E su quelle recriminazioni che hanno motivato la sua decisione, improvvisa, di dimettersi da primario ospedaliero per intraprendere la carriera del medico di famiglia. Avvenimenti che hanno preceduto la tragica morte, e che hanno indotto i magistrati ad approfondire i contorni della sua scomparsa – con la Procura di Mantova che aveva anche aperto un fascicolo con ipotesi di «istigazione al suicidio» –. E nel tornarci su, Bassetti riapre una ferita che è ancora difficile rimarginare: «De Donno ha lavorato a Mantova anche lui in prima linea, e va ricordato – precisa l’infettivologo ligure –. Ma è stato preso come esempio di medico che portava avanti la cura con il plasma».

De Donno: Bassetti e premi a parte, la terapia col plasma iperimmune ha salvato tante vite

«Ma questa terapia – prosegue il virologo – studi randomizzati controllati, anche svolti in Italia, hanno dimostrato che non dava i risultati che De Donno aveva detto. Non cura le forme gravi di Covid, forse ha effetti su quelle lievi e precoci», insiste il virologo. Quindi conclude: «Vorrei capire la motivazione di questo premio. I no-vax, i negazionisti continuano ad alimentare questo dibattito. Hanno interesse ancora a parlarne – rimarca il direttore di Malattie infettive al Policlinico di Genova – perché la sensazione è che questi personaggi senza il Covid non sono nessuno». Ma oggi, e a maggior ragione lunedì prossimo, non è a loro che bisognerebbe pensare. Bensì al dato di fatto – inoppugnabile almeno quanto gli studi che Bassetti cita – che a decine di pazienti, talvolta in condizioni critiche, se non disperate, fu salvata la vita. E questo grazie alla terapia di Giuseppe De Donno.

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di Prisca Righetti - 22 Giugno 2023