“Beato lui, panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi” il nuovo libro di Pietrangelo Buttafuoco
Con un tempismo stupefacente – si saranno messi d’accordo i due? – lo scrittore e giornalista eretico Pietrangelo Buttafuoco manda in libreria la prossima settimana per Longanesi – ma era in prenotazione dai librai già ad aprile – il saggio “Beato lui, panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi“.
“Il volume era già in prenotazione ad aprile presso i librai quando Berlusconi entrava in ospedale e nessuno più poteva sapere come sarebbe uscito – spiega Buttafuoco, in un comunicato diffuso da Longanesi. – Abbiamo quindi deciso di posticiparlo. E proprio perché mi sono avvalso della verità letteraria, mi sono ritrovato delle pagine che raccontavano ciò che non osavo immaginare: laddove c’era una folla che lo abbracciava nell’addio di un funerale, ho ricostruita la moltitudine che lo applaudiva all’ingresso nel Quirinale, finalmente eletto Capo di Stato. Beato Lui esce, e diventa Beato subito“.
Va ricordato che Buttafuoco ha, dalle sue, performance notevoli: appena assunto al Secolo d’Italia s’inventò una finta – ma quanto mai veritiera e gustosissima – intervista a Benito Mussolini che prese in contropiede la sinistra così come la destra.
Ma è anche colui che, andato a intervistare il barbuto e temibile padre-padrone di Repubblica, l’ex-fascista di razza, Eugenio Scalfari, gli fece fare il saluto romano seduto dietro alla mitica scrivania (“Il saluto romano si fa in un solo modo. Tanto per cominciare s’avanza a passo marziale, quasi un passo dell’oca, dopo di che si porta il palmo della mano aperta all’altezza degli occhi, ci s’irrigidisce e si battono i tacchi”).
Pietrangelo, come nasce l’idea di questo libro, quando ti è venuta?
“Mi è venuta nei giorni del trasloco di Berlusconi da palazzo Grazioli. Io lavoro lì e quindi ho visto questo gran trafficare di camion, furgoni, scatole, masserizie. E lì mi è venuto come un magone, pensando che tutto cambiava. Ho ripensato alla sua irresistibile simpatia. Come diceva Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse “tutto potevano immaginare meno che avere Carlo Dapporto presidente del Consiglio”. Berlusconi era un grande intrattenitore”.
Tu hai fatto, molti anni fa, una bellissima, finta intervista a Mussolini. Se dovessi fare ora un’intervista finta a Berlusconi, cosa gli chiederesti?
”Se ritiene che governare gli italiani è difficile o inutile”, risponde ridendo Buttafuoco.
Tu hai fatto fare a Scalfari il saluto romano durante una celebre intervista al fondatore di Repubblica. Cosa faresti fare a Silvio Berlusconi?
”Mi piacerebbe tanto metterlo alla prova su una cosa che riuscì, con grande facilità, a Gabriele D’Annunzio quando, seduto al tavolo di un bar, riuscì a comporre una meravigliosa canzone del repertorio napoletano, ‘A Vucchella’, Sono sicuro che anche lui saprebbe offrirci una perla da repertorio”.
“Beato lui” non è un pamphlet politico, è un “saggio di critica letteraria” sul personaggio-capolavoro Silvio Berlusconi che l’Italia consegna al mondo.
Pietrangelo Buttafuoco fa muovere sul palcoscenico di trent’anni di storia italiana il leader di Forza Italia, raccontandone gesta politiche e ascesa professionale, provocazioni e amori, successi e fallimenti: un affastellarsi di scene, di performance, di brevi novelle dove è possibile affermare una verità e il suo contrario.
Con “Beato lui” Pietrangelo Buttafuoco, spiega l’editore, “ci consegna la ‘commedia umana’ dell’arcitaliano Silvio Berlusconi“.