Bimba scomparsa, atti secretati e genitori sentiti dal pm e trasferiti in una struttura segreta

16 Giu 2023 16:00 - di Lorenza Mariani
bimba scomparsa

Le indagini accelerano, ma le ricerche della bimba scomparsa sono ancora senza esito. Intanto, gli elementi fin qui raccolti si affastellano: il giallo della telefonata ricevuta dalla mamma della piccola Kata. Entrambi i genitori ascoltati dagli inquirenti. L’acquisizione, su disposizione della Procura, di alcuni effetti personali della bambina, a partire dal suo spazzolino, con l’obiettivo di ricavare il dna della piccola. E, infine, due donne che vivono nell’ex hotel Astor, accompagnate dai carabinieri in Procura per essere ascoltate sulla scomparsa di Kataleya Mia Alvarez Chicllo: la bambina di 5 anni della quale si sono perse le tracce sabato scorso a Firenze. Ruotano attorno a questi ultimi aggiornamenti le novità investigative sulla vicenda che sta tenendo col fiato sospeso una città intera e la nutrita comunità di peruviani che occupa lo stabile occupato. Ma procediamo con ordine.

Bimba scomparsa, il giallo della telefonata arrivata alla madre

Partiamo dunque dalla strana telefonata arrivata alla mamma della piccola Kata sabato. Un momento inquietante in cui, come riporta FirenzeToday, la donna avrebbe sentito il pianto di una bambina. Non si sa ovviamente se la voce fosse quella di Kata. I dubbi però non sono pochi: potrebbe essere un messaggio recapitato dai rapitori. Ma anche il gesto di qualche mitomane. Nel frattempo, tra sopralluoghi e sequestri degli investigatori dell’Arma dei carabinieri nell’ex hotel Astor, gli inquirenti hanno convocato in Procura due donne che vivono in quelle stanze. Esattamente come, nelle ore precedenti, gli investigatori hanno ascoltato i genitori della bambina scomparsa.

L’ipotesi: Kata rapita per un regolamento di conti tra bande

Proprio in quell’occasione, allora, il padre della piccola, Miguel Angel Ramon Chiclio Romero, ha esternato agli inquirenti il timore che «qualche nostro vicino sappia qualcosa, ma non parli». Un sospetto che oggi ha rilanciato tra gli altri La Stampa, a cui si aggiunge anche la denuncia di una «guerra tra bande per la gestione del pagamento delle stanze». Una situazione che avrebbe «rovinato i rapporti. E in mezzo forse c’è finita proprio Kata». Liti, risse e scontri del resto, come appurato dalla cronaca e dall’ultima ondata investigativa che ha coinvolto quel palazzo, sono all’ordine del giorno da tempo nell’ex hotel diventato rifugio di stranieri. Una realtà multietnica senza tetto né legge in cui, a gestire il racket delle camere, sarebbero bande di peruviani e un clan di romeni.

Atti secretati e genitori della bimba scomparsa trasferiti in una struttura segreta

Pertanto, nell’ambito dell’indagine articolata e sempre più complessa, si fa sempre più forte il sospetto di un rapimento per ritorsione, un regolamento di conti tra bande. Una vendetta ricaduta sulle piccole spalle di una bambina di soli 5 anni. E dunque ora i sospetti e le ricostruzioni del pregresso resi dai genitori della bimba scomparsa, chiudono il giro di testimonianze raccolte dagli investigatori in questi giorni. Ed entrano formalmente nell’inchiesta per il sequestro della piccola. Non solo. A proposito di timori e rivalse, per scongiurarne ulteriori rischi, gli inquirenti hanno secretato gli atti e disposto il trasferimento dei genitori della bimba. I due in queste ore hanno lasciato l’ex hotel Astor dove abitavano, e sono stato riallocati in una struttura di accoglienza segreta. Un trasferimento a cura dei servizi sociali del Comune. Nella stessa struttura è stata trasferita anche la famiglia dello zio della piccola Kata.

 

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