Cambia l’esame per diventare avvocato. Schifone: “Diamo risposta a un’esigenza avvertita da anni”

19 Giu 2023 19:35 - di Luciana Delli Colli
esame avvocato

Cambia l’esame per diventare avvocato: chi aspira all’abilitazione forense, infatti, sarà ora chiamato a sostenere una prova scritta e una prova orale in tre fasi. La novità è l’effetto di un emendamento di FdI al decreto Enti pubblici, che mercoledì sarà in Aula alla Camera per poi passare al voto finale del Senato la prossima settimana. L’emendamento risponde a un’esigenza fortemente sentita dall’avvocatura – e, in particolare, dai giovani avvocati – ormai da anni e diventata “indifferibile” dopo la pandemia.

Come cambia l’esame per diventare avvocato

“Con un emendamento presentato, riformulato dal governo e votato da FdI insieme agli alleati, l’accesso alla professione supera il modello pandemico proponendo un nuovo schema: prova scritta e prova orale in tre fasi”, ha spiegato la deputata di FdI Marta Schifone, capogruppo di FdI in Commissione Lavoro alla Camera, che ha sottoscritto l’emendamento, con Ylenja Lucaselli, capogruppo in Commissione Bilancio di Fdi e Alessandro Urzì, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali di FdI. Si tratta, ha proseguito Schifone, di “un nuovo modello che incontra le richieste e le istanze dell’avvocatura”. “Esprimo dunque grande soddisfazione per questo passo verso un nuovo assetto e rilancio della professione che – ha concluso la parlamentare – i giovani avvocati attendevano da anni e che ormai era indifferibile”.

La misura a sostegno delle aziende produttrici di dispositivi medici

Fra gli emendamenti di FdI si segnala anche quello che consente di far slittare dal 30 giugno al 31 luglio i versamenti delle somme dovute per il payback a carico delle aziende produttrici di dispositivi medici e rende possibile rivedere la gestione della spesa dei dispositivi entro il 2026 considerando le evoluzioni tecnologiche e le innovazioni nel settore. “Il governo Meloni non ha dimenticato le aziende che si ritrovano oggi con i problemi causati da una assurda normativa introdotta nel 2015”, ha spiegato Lucaselli.

Il segnale sulle energie rinnovabili: la proroga delle concessioni geotermiche

Approvato anche l’emendamento di Riccardo Zucconi sulla proroga di un anno delle concessioni geotermiche, che fissa la scadenza al 31 dicembre 2025. “Questo risultato rappresenta un primo segnale da parte del governo Meloni nei confronti di un settore molto importante, troppo spesso colpevolmente dimenticato da chi governava in passato, basti pensare che la produzione elettrica annua da fonte geotermica è pari a circa 5,5 miliardi di chilowattora e che, solo per la regione Toscana soddisfa il 35% del fabbisogno energetico, pari ai consumi di oltre 2,1 milioni di famiglie italiane, rappresentando il 75% della produzione da fonti rinnovabili realizzata sul territorio regionale”, ha sottolineato Zucconi, spiegando che “la geotermia è una delle prime fonti rinnovabili ad essere stata sfruttata per scopi industriali ed energetici in Italia e il governo intende valorizzarla al massimo delle sue potenzialità: il puntuale lavoro portato avanti da FdI e che mi ha portato a presentare questo emendamento alla Camera, ne sono la chiara dimostrazione”.

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