Caos a Bruxelles: il Ppe si smarca e non vota le norme green. FdI: maggioranza Ursula ai titoli di coda
In queste ore, al Parlamento europeo, sta andando in scena una vera e propria implosione della maggioranza Ursula. Il PPE di Manfred Weber sul regolamento sul ripristino della natura, si è staccato dalla sua stessa maggioranza, dando vita ieri in Commissione Ambiente ad una delle più convulse giornate della storia della Commissioni parlamentari.
La Commissione ENVI era chiamata a votare una direttiva che è parte del green deal, hanno fretta, temono non solo la fine della legislatura ma anche un cambio di passo. In molti ormai, perfino a Bruxelles, si sono accorti che una corsa verso il green a folle velocità può avere conseguenze disastrose.
Berlato: “Bocciate le follie green di Timmermans”
«Le follie green del commissario Timmermans e la sua agenda fortemente ideologizzata si infrangono all’interno della sua stessa maggioranza» dichiara Sergio Berlato, eurodeputato di FdI membro della commissione ambiente. «Quanto accaduto in commissione, dove la situazione di pareggio ha impedito il rigetto del regolamento sul ripristino della natura e anche la sua approvazione, mette in evidenza una maggioranza ormai consolidata su questi temi formata da ECR, Ppe, Id e parte di Renew. Per fortuna manca solo un anno alle elezioni europee che vedranno un’altra maggioranza nel Parlamento europeo», conclude Berlato.
Cronistoria di una giornata che ha mandato in frantumi la maggioranza Ursula
La Commissione è stata convocata ieri in via straordinaria, addirittura con la Plenaria dell’Eurocamera in corso, pur di licenziare il provvedimento e poterlo mandare in Plenaria per l’approvazione definitiva. Il PPE, partito di maggioranza, si stacca. La conta dei voti in commissione è convulsa. Volano pubbliche accuse tra ilo presidente di ENVI Pascal Canfin e lo stesso Weber, accusato di aver esercitato pressioni sui suoi deputati.
I normali negoziati per trovare gli accordi si sono trasformati in pubblica rissa. In commissione sono in parità assoluta, 44 a favore e 44 contrari, non se ne esce. Alla fine si decide di non decidere, i deputati devono correre in aula peri voti di plenaria, la votazione del file ripristino della natura è rimandato al 27.
Bruxelles, ricattata la parlamentare che è relatore del provvedimento
L’alleanza di ferro PPE-PSI, che governa gli ovattati corridoi del potere comunitario da oltre 30 anni, mostra segni di cedimento. E le prime crepe, la maggioranza Ursula le sta mostrando proprio sul file ripristino della natura.
Manfred Weber, presidente del Partito Popolare europeo, il medesimo che esprime sia la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che la stessa presidente dell’Europcamera, Roberta Metsola, ha dato aperta indicazione di voto contrario. Tanto che Pascal Cafin, presidente ultra verde della commissione Ambiente eletto con il partito di Macron, arriva a denunciare su twitter le indebite pressioni che il capo del PPE, Manfred Weber, sta esercitando sui colleghi perché votino in disaccordo con la loro stessa maggioranza.
Nel frattempo Christine Schneider, europarlamentare tedesca relatore ombra del provvedimento, ha denunciato di aver ricevuto minacce. Si era ritirata dal tavolo delle trattative con le forze politiche più intransigenti. L’europarlamentare sarebbe stata contattata dal gabinetto del commissario Timmarmans il quale, senza mezzi termini, avrebbe invitato la Schneider ad assumere una atteggiamento più collaborativo, pena il rischio di non vedere più dossier nemmeno con il binocolo. Sembra il segno tangibile che questa maggioranza si sta sgretolando, e non a caso succede proprio su file di ambientalismo estremo.
Procaccini e Fidanza: “Maggioranza Ursula ai titoli di coda”
«Almeno sugli aspetti più radicali del Green deal gli equilibri nel Parlamento europeo sono profondamente cambiati rispetto alla prima parte della legislatura», osserva il copresidente del gruppo ECR, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini. “Un certo radicalismo ambientalista è talmente inviso alle opinioni pubbliche europee che alcun partiti, come nel caso dei liberali, hanno dovuto cambiare opinione rispetto a quanto noi denunciavamo da tempo». Secondo Procaccini, «contro le follie ambientaliste che rischiano di gravare pesantemente sui settori sociali e produttivi in tutta l’Europa il dato politico incontrovertibile è che esiste ufficialmente una nuova maggioranza tra ECR, Ppe, Id e parte di Renew».
Per dirla con il capodelegazione di Fratelli d’Italia- Ecr al Parlamento europeo Carlo Fidanza. «Ormai è chiaro: sui temi green il commissario Timmermans non ha più la maggioranza, ne prenda atto e si metta a riposo fino a fine legislatura. Il 9 giugno 2024 ci penseranno gli elettori a mandarlo a casa per sempre».